Nicola Di Marco è capogruppo M5s al Pirellone. A lui abbiamo chiesto un commento sugli sconfortanti ritardi accumulati dal Pirellone sui Centri per l’impiego. Rallentamenti e carenze emerse solo grazie all’interrogazione presentata dal Movimento.
Dai dati emerge una realtà in forte ritardo circa gli interventi sui Cpi, o sbagliamo lettura?
“I dati dicono questo, confermando ancora una volta ciò che tutti sanno, ma in pochi dicono: il fallimento delle politiche attive del lavoro ricade in larga misura sulle responsabilità delle Regioni. Per anni la vuota propaganda contro il M5S, ci ha costretto ad ascoltare la balla dei fannulloni sul divano. I numeri dicono in maniera chiara che i veri fannulloni siedono su ben altre poltrone, in questo caso quelle di Regione Lombardia, e ci costano molto di più dei percettori del Rdc. Percettori che l’inadeguatezza di chi governa la Lombardia ha impedito di ricollocare nel mercato del lavoro. O meglio, ha fatto in modo che non venissero sfruttati a pieno tutti gli strumenti forniti dalla legge, affinché ciò accadesse. Si potrebbe quasi dire che l’incapacità del centrodestra ha lasciato i lavoratori sul divano”.
A cosa imputa la partenza “al rallentatore”: cattiva volontà, incapacità, ritardi fisiologici…?
“Non saprei dire se si sia trattato di un disegno politico per alimentare la propaganda anti-Reddito, oppure di mera incapacità. Verosimilmente i due aspetti si sono incrociati, in un mix letale del quale i cittadini hanno pagato il conto. All’inizio della passata legislatura, parlo del 2018, tra le nostre proposte c’era la regionalizzazione dei Cpi, dal momento che Regione Lombardia è stata l’unica Regione d’Italia a non aver avocato a sé il coordinamento di questa tematica. Di fronte alle difficoltà organizzative del centrodestra, avevamo proposto di razionalizzare gli interventi con la regionalizzazione, indovinate come è andata a finire? Non ne hanno voluto sapere”.
Per il Pirellone i posti di lavoro restano scoperti anche perché non ci sarebbe interesse da parte di possibili pretendenti di occuparli: sono contratti poco allettanti?
“Per il centrodestra la colpa è sempre di qualcun altro. Se non riescono ad assumere medici di base perché i bandi vanno deserti è colpa dei medici, non dell’Ente che non li mette in condizioni di lavorare; se i treni arrivano in ritardo non è colpa di chi gestisce il trasporto pubblico regionale, ma di chi gestisce la rete; se i soldi del PNRR non riescono ad essere messi a terra è colpa dei Comuni. Io credo che dopo oltre trent’anni di governo sarebbe l’ora di finirla con lo scarica barile e assumersi qualche responsabilità”.
Se sulle assunzioni siamo indietro, i dati dimostrano che si corre negli investimenti immobiliari…
“È la stessa cosa accaduta per le “Case della Comunità”. In campagna elettorale l’ex Vicepresidente Moratti e il Governatore Fontana alimentavano la loro battaglia personale facendo a gara a chi ne inaugurasse di più. Oggi è evidente come, passati i flash dei fotografi, poco o nulla sia rimasto all’interno di quelle strutture, dove non si trova né attrezzatura né personale. L’unica cosa rimasta è la speculazione immobiliare sugli edifici, ristrutturati a favore di telecamera e che oggi sono scatole vuote”.
La seconda giunta Fontana è in carica da mesi, ma appare molto meno attiva rispetto alla prima: pochi provvedimenti, poche delibere, ma molte polemiche. Cos’è cambiato dalla prima esperienza Fontana?
“Sono cambiati i rapporti di forza. Fratelli d’Italia ha i numeri per reclamare quelle poltrone che la Lega, dopo anni di potere, non vuole cedere. Questo paralizza l’attività della Giunta, che fra un litigio e l’altro non trova tempo per emanare provvedimenti, di conseguenza le commissioni e il Consiglio regionale restano bloccati”.
di Andrea Sparaciari