La notizia ha attraversato l’Italia come un fulmine in una notte di tregenda provocando fastidio, inappetenza e spossatezza: Barbara D’Urso si candida alla guida della Calabria con il Centrodestra. In effetti questa è la degna ciliegina sulla torta di un 2020 disastroso su molti fronti, ma questa agli italiani non la dovevano fare. La reginetta della “Tv del disimpegno” – usiamo questo eufemismo – dei piantarelli e degli strillini in Tv rischiamo di ritrovarcela alla guida di una regione difficile, infestata dalla ‘ndrangheta e con una povertà e disoccupazione endemica. Quali competenze avrebbe la prosperosa conduttrice per guidare la punta d’Italia? Sono decenni che il Paese sprofonda nel degrado dell’incompetenza; siamo sempre i primi nelle classifiche negative e gli ultimi in quelle virtuose. Siamo il fanalino di coda dell’Europa proprio grazie al frutto avvelenato del populismo che ha prodotto gli Scilipoti e i Razzi.
Ed ora arriva la madonna del pianto (facile) che con le sue moine dovrebbe guidare una Regione. E questa proposta indecente da chi arriva? Da un Centrodestra che sembra diventato il connettore-emettitore di tossine pubbliche: dai no mask, ai no vax, ai nazinegazionisti. C’era proprio bisogno di questa candidatura scialba e debole ma soprattutto foriera di guai da incompetenza che possiamo facilmente prevedere? In un periodo come questo non possiamo proprio permettercelo. Quindi speriamo che la trimurti politica ci ripensi, abbia un sussulto di dignità e soprattutto di bene per l’Italia e si fermi in tempo. Non portiamo il trash televisivo in politica dove già ci sono state ampie e pericolose infiltrazioni di cui ancora i si pente.
Tornando alla conduttrice troviamo dichiarazioni francamente incomprensibili come quella che avrebbe votato comunista ed infatti ora, per coerenza, si presenta con la destra. E’ arrivato il momento della protesta preventiva. Fermiamola prima che si troppo tardi o ce ne dovremmo pentire per anni. Resta la Barbara D’Urso a fare i telepiagnistei catodici, fa grandi danni al tessuto sociale italiano, ma almeno non ha quel potere esecutivo che avrebbe se fosse eletta. Una Terra disastrata dalla criminalità e da povertà endemiche in mano alla telemadonna vesuviana? Speriamo proprio di no.
E poi facciamo un discorso sul Centrodestra. A parte Matteo Salvini, che sta al sud con la stessa affettuosità di un gatto con un topo, Giorgia Meloni cosa dice? Alfiera di una politica seria basata su grandi ideali, sulla triade PFR, che non è il Partito Fascista Repubblicano, ma Patria, Famiglia e Religione, donna piccola ma ardimentosa si schianta contro la madonna del pianto catodico? Le conviene o è solo un tributo pagato al suo nume tutelare Silvio Berlusconi?