Non è solo rose e fiori la relazione semestrale della Corte dei Conti sull’attuazione del Pnrr. Checché possa dirne il ministro Raffaele Fitto. “Nel primo semestre 2024 l’attuazione prosegue in linea con la programmazione”, scrivono i magistrati contabili precisando che “sulla base delle rilevazioni di metà marzo, tra gli obiettivi ancora da conseguire le Amministrazioni titolari assegnavano solamente a 2 scadenze un grado di complessità attuativa alto”.
Inoltre “segnali positivi provengono anche da un esame più complessivo del Piano”: sono solo 15 gli investimenti per i quali sono state segnalate difficoltà attuative (il 7% delle misure da completare). Ma sono stati “già avviati i necessari interventi correttivi”. E qui sono le rose. Poi arrivano le spine.
I punti critici sull’attuazione del Pnrr
“In poco più della metà delle misure censite”, si legge sempre nella relazione semestrale, il tasso di attuazione della spesa rispetto al cronoprogramma si colloca “in una fase ancora iniziale (con un tasso inferiore al 15% e in media fermo al 3%)”, sebbene gli attuatori abbiano ricevuto pagamenti molto superiori al cronoprogramma di spesa 2020-2023.
Per la Corte la liquidità quindi non è un ostacolo, e il tasso di spesa basso “può essere dovuto o ad una concentrazione della spesa nella seconda parte del piano”, o a problematiche attuative di altro genere come le procedure amministrative.
Il leader del M5S, Giuseppe Conte, intanto annuncia che presenterà in Parlamento una proposta sul Pnrr perché il governo possa confrontarsi. “Il governo deve confrontarsi in trasparenza, altrimenti si creano situazioni di opacità”, ha dichiarato.