Filippo Scerra, questore M5S della Camera, il ministro Raffaele Fitto l’ha convinta ieri sulla bontà del piano di revisione del Pnrr?
“Neanche un po’. Un discorso pieno di retorica, senza elementi concreti. Siamo profondamente delusi perché non è questo il modo in cui si deve affrontare una sfida storica come quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza”.
I comuni lamentano che siano stati tolti loro 13 miliardi del Piano per opere peraltro strategiche.
“Il governo abbandona Comuni e Regioni, anche quelli della propria parte politica. Ci sono progetti decisivi per il tessuto urbano e per la tutela ambientale. Mi ha turbato soprattutto la scelta di togliere i soldi per il dissesto idrogeologico. E poi gli interventi per la rigenerazione urbana che erano già partiti. Un vero e proprio harakiri del governo. Tra l’altro va ricordato che non ci sono coperture alternative per queste misure, lo dice anche il dossier del Servizio studi del Parlamento”.
Fitto dice che “il contrasto all’evasione fiscale rappresenta un’assoluta priorità dell’azione del Governo”. Eppure ha rivisto al ribasso gli obiettivi nel Pnrr su questo fronte e nella delega all’esame del Senato ha tagliato le sanzioni e ridotto le pene per chi è indebito con l’erario.
“Fitto usa parole di circostanza che non corrispondono a quello che il governo fa. Ricordiamoci che c’è una presidente del Consiglio che considera le tasse come ‘pizzo di Stato’, mentre il ministro dei Trasporti vuole un condono al giorno”.
Il Reddito di cittadinanza è stato sospeso per migliaia di famiglie con un sms. Crescono le proteste. Si rischia una rivolta sociale?
“Si rischia di sfaldare la tenuta sociale del Paese, rendere i poveri sempre più poveri. Qui parliamo di tantissime famiglie abbandonate al proprio destino senza che lo Stato muova un dito per aiutarle. Oltre al danno la beffa, anzi l’umiliazione di essere avvisati con un sms”.
Il governo è arrivato impreparato a un appuntamento annunciato mesi fa con la legge di Bilancio.
“Qualche mese fa esponenti della maggioranza dicevano che nessun percettore che non fosse stato chiamato a fare i corsi di formazione avrebbe perduto il reddito. La realtà purtroppo è stata un’altra invece. Questa destra unisce una visione di Paese ultra-liberista a una totale incapacità. è un governo totalmente inadeguato”.
Fratelli d’Italia ha annunciato una commissione d’inchiesta sull’operato dell’ex presidente dell’Inps, Pasquale Tridico. Come valuta tale iniziativa?
“Un atto intimidatorio, vero bullismo istituzionale. La destra usa le istituzioni come un manganello contro gli avversari politici”.
Lo smantellamento del Reddito di cittadinanza colpisce soprattutto il Sud. È un governo, alla luce anche del ddl dell’Autonomia differenziata, nemico del Mezzogiorno?
“Vogliono spaccare il Paese in due, è un dato di fatto. L’Autonomia differenziata è un pericolo, perché rischia di cancellare il principio di solidarietà fra chi ha di più e chi ha di meno. Ma aggiungo che farà male anche allo stesso Nord, perché creerà confusione per cittadini e imprese solo per accontentare la Lega.”
Decreto Dignità smontato, Reddito di cittadinanza idem, no al salario minimo. È una vendetta contro il Movimento cinque stelle quella del governo?
“C’è un vero e proprio furore ideologico delle destre. Vogliono cancellare le tracce di quello che ha fatto il Movimento al governo e lo fanno senza valutare nel merito le scelte. Per loro si può calpestare la dignità delle persone pur di danneggiare il Movimento 5 Stelle. Ma sbagliano: così facendo danneggiano i cittadini”.
La maggioranza ha deciso di rinviare il dossier sul salario minimo a dopo l’estate.
“Non vedo una sincera disponibilità al confronto. Al contrario, abbiamo visto il ministro degli Esteri parlare di ‘misura sovietica’, tra l’altro dimostrando una colossale ignoranza. D’altro lato però sanno che gli italiani sono ampiamente a favore di un salario minimo legale a norma di legge, così temporeggiano”.
La premier Giorgia Meloni ha aperto al confronto. C’è da fidarsi?
“Purtroppo temo proprio di no. Quello che è successo in questi mesi dimostra purtroppo l’ostilità sul tema del centrodestra”.
Ritiene che si possa incrinare il fronte unito delle opposizioni su questa battaglia?
“Tutte le forze di opposizione – eccetto Italia Viva – hanno deciso di far fronte comune seguendo la proposta del Movimento 5 Stelle. Siamo lieti di questo segnale che serve a ribadire la centralità di una misura come il salario minimo”.
Perché Italia Viva non è con voi?
“Perché è un partito ormai di centrodestra, stampella di questa maggioranza”.
È giusto secondo lei, in caso di bocciatura in Parlamento della proposta delle opposizioni sul salario minimo, portare la battaglia nel Paese?
“Abbiamo il dovere di rappresentare i cittadini nelle commissioni e nelle aule parlamentari: siamo stati votati per questo. Dall’altro lato abbiamo il compito di organizzare momenti di confronto e partecipazione. Questo è quello che il Movimento ha sempre fatto e continuerà a fare”.
La crescita del Pil si è arrestata nel secondo trimestre. Diminuiscono i margini di manovra per la legge di Bilancio. Dalle pensioni al taglio del cuneo fiscale, dal rinnovo dei contratti della Pa alle misure sul fisco, le voci da finanziare sono tante.
“Mi faccia aggiungere che vanno trovate le risorse per non far fallire i progetti portati avanti dai Comuni con i soldi del Pnrr e ora definanziati. E va fatto subito per evitare che i nostri enti locali vadano a gambe all’aria. Sul resto il governo dovrà confrontarsi con la realtà: sono tante le promesse irrealizzabili. Anche perché abbiamo un esecutivo supino ai diktat europei, come dimostra la timidezza di Giancarlo Giorgetti rispetto alla riforma della governance economica. Questo assottiglia oltre modo i margini che avrà il nostro Paese per la nuova legge di Bilancio”.