Poteva anche andare peggio, certo. Ma sullo stato di avanzamento del Pnrr c’è ben poco da brindare. Se la situazione dal punto di vista degli obiettivi è più o meno in linea con le attese, lo stesso non si può di certo dire per la spesa dei fondi europei.
La relazione semestrale della Corte dei Conti al Parlamento sullo stato di attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza evidenzia come i 39 obiettivi in scadenza nel primo semestre del 2024 siano stati tutti conseguiti, raggiungendo un tasso di avanzamento complessivo del 43% (sei punti percentuali in più rispetto al precedente semestre). Se si guarda agli step procedurali nazionali il tasso di raggiungimento è dell’88%.
Pnrr, la spesa è in ritardo
Ma se sugli obiettivi i risultati sono “in linea” con le scadenze, diversa è la situazione per l’avanzamento finanziario. Che continua, invece, a “evidenziare scostamenti rispetto al cronoprogramma”. Al 30 settembre di quest’anno, infatti, la spesa ha superato i 57,7 miliardi, pari soltanto al 30% delle risorse del Pnrr. Non solo, perché siamo indietro anche rispetto al programma fissato dal Piano: è stato speso circa il 66% di quanto programmato entro il 2024.
Qualche conto
Nei nove mesi dell’anno, in cui il ministro responsabile era ancora Raffaele Fitto, prima di diventare vicepresidente della Commissione ed essere sostituito da Tommaso Foti, la spesa è stata di 12,6 miliardi, ovvero circa il 30% di quanto previsto per quest’anno e circa il 60% delle stime del Dpb di ottobre 2024 che invece erano più contenute.
La voce in cui i ritardi sono maggiori è quella relativa al disagio abitativo e alle politiche per la casa. Per l’edilizia residenziale pubblica e quella sociale sono previste risorse che rientrano nel Piano innovativo per la qualità dell’abitare (PINQuA): 2,8 miliardi ai quali si aggiunge il Piano nazionale complementare per la misura Sicuro, verde e sociale, pari a 2 miliardi.
Si tratta di misure per la riqualificazione e la manutenzione, ma per le quali emergono difficoltà nella realizzazione di molti progetti. Per il PINQuA i ritardi riguardano oltre un terzo dei progetti rispetto alla programmazione prevista. Circa l’80% di questi ritardi riguarda le fasi precedenti all’avvio dei lavori.
Sul fronte dei 13 investimenti ferroviari previsti, lo stato di avanzamento è al 39%, con tassi simili anche per la spesa. Ma solo il 4% dei progetti ha raggiunto il collaudo. E, sottolinea la Corte dei Conti, circa il 20% delle iniziative mostra dei ritardi. Soprattutto al Sud, visto che il 48,2% dei progetti riguarda il Mezzogiorno, ma il peso del Nord sugli importi erogati al momento supera la metà delle risorse.