Dopo il fronte tutto politico per riformare la Giustizia, in queste ore se ne apre un altro con l’approvazione dal Consiglio dei ministri del decreto legge sulla Pubblica amministrazione voluto dal ministro Renato Brunetta. Passa il tempo ma le divisioni e i mal di pancia che lacerano la già precaria maggioranza non accennano a diminuire con il Movimento 5 Stelle che preannuncia le barricate contro l’ennesimo provvedimento che viene visto come uno smacco.
Ok al reclutamento per il Pnrr. Ma Brunetta dimentica i giovani
Niente più quiz generalisti che per il ministro avevano favorito la formazione dell’esercito dei concorsisti “specializzati”, concorsi della dirigenza aperti per il 50% anche alle professionalità esterne, un piano unico annuale delle performance con premi per i più bravi dal momento che sarà sbloccata a breve la contrattazione di secondo livello. Un rafforzamento della Pa che verterà, spiega il ministro, sull’inserimento di 24 mila unità, per la maggior parte a termine, con contratti che si chiuderanno nel 2026 insieme al Next generation Eu.
Questo il contenuto del decreto che è stato illustrato, nel suo intervento in videocollegamento al Festival dell’Economia, dal ministro della Pubblica Amministrazione Brunetta a poche ore dalla presentazione in Consiglio dei ministri. Per i dirigenti, il ministro spiega che “se un bravo professionista vuole passare a fare il dirigente generale nella Pa attualmente non può farlo ma da domani la metà dei posti disponibili sarà messa a concorso”. Sempre Brunetta ha poi spiegato che il decreto reclutamento “non sarà un’infornata”.
Via libera al decreto Pubblica amministrazione
Un decreto che non convince affatto il Movimento 5 Stelle, a dir poco scettico su numerose misure in esso contenute. “A un primo esame la bozza del decreto per il reclutamento nella Pubblica amministrazione delle figure necessarie all’attuazione del Recovery lascia spiazzati e desta numerose perplessità”, ha spiegato in mattinata Vittoria Baldino, capogruppo M5s della commissione Affari costituzionali della Camera. Senza peli sulla lingua, la parlamentare precisa che sono “molti i punti che non convincono” e che “è evidente come non siano state accolte le nostre indicazioni fornite nelle scorse settimane per fare in modo che tutti i candidati che aspirano a ricoprire un ruolo nelle Pa abbiano le stesse possibilità di mettersi in gioco e di dimostrare le proprie capacità”.
Il riferimento è al sistema di reclutamento dove prevarranno le esperienze lavorative pregresse e i titoli già maturati, con un sistema che evidentemente finisce per penalizzare i giovani. “Ci preoccupa che la bozza preveda l’ipotesi di chiamata diretta di soggetti ‘altamente qualificati’ con ‘valorizzazione delle esperienze maturate tramite una riserva del 50% per le future procedure di reclutamento per contratti a tempo indeterminato’. In questo modo si prefigura un’elusione dell’articolo 97 della Costituzione in quella parte in cui si stabilisce che ‘agli impieghi nelle pubbliche amministrazioni si accede mediante concorso”.
I 5 Stelle insistono sul lavoro che deve essere stabile
“Ma le criticità, purtroppo, non finiscono qui” conclude la Baldino segnalando come “viene raddoppiato il limite di affidamento di ‘incarichi dirigenziali a soggetti esterni’ e viene abrogato il divieto di ‘attribuire incarichi a titolo oneroso a soggetti in quiescenza’. Con queste basi i nostri giovani continueranno a restare fuori dalla Pubblica amministrazione” rivolgendo un augurio, evidentemente caduto nel vuoto, affinché “il testo venga profondamente rivisto” ha concluso la pentastellata.
Dello stesso avviso Elisa Tripodi, vicepresidente del Gruppo M5s alla Camera e segretario della commissione Affari Costituzionali, secondo cui “le nostre proposte di buon senso per favorire l’ingresso nella Pubblica amministrazione di tutti quei giovani in possesso di grandi capacità ma sprovvisti, non certo per colpa loro, di esperienze nel settore, sono state completamente disattese e nella bozza del decreto per il reclutamento nella Pubblica amministrazione delle figure necessarie all’attuazione del Recovery non ve n’è traccia”.
Al contrario, “leggendo la bozza curata dal ministro Renato Brunetta, abbiamo individuato numerosi passaggi che vanno nella direzione opposta, ossia quella di impedire un effettivo ricambio di forza lavoro tarpando le ali ai giovani che si propongono come effettive ‘forze fresche’ per la Pubblica amministrazione di oggi e di domani” conclude la Tripodi.