L’inquinamento da plastica ha superato il limite planetario oltre al quale non è più possibile garantire la sicurezza degli ecosistemi per condizioni favorevoli di vita. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata mondiale dell’ambiente del 5 giugno, è il Wwf nel suo report Plastica: dalla natura alle persone.
La Giornata mondiale dell’ambiente è stata indetta dall’Onu ed è alla sua cinquantesima edizione. In occasione dell’International negotiating committee che si è tenuto sabato all’Onu è stata approvata la realizzazione di una bozza d’accordo sull’abbattimento del ricorso alle plastiche: l’obiettivo è arrivare a un trattato finale entro il 2024.
Plastica, l’Italia tra i Paesi che inquinano di più: le cifre sui rifiuti in mare ogni anno
Ogni anno ben 22 milioni di tonnellate di rifiuti di plastica entrano in mare e altri 22 milioni vengono abbandonati sulla terra. Si tratta soprattutto di plastica monouso. E uno dei dati più preoccupanti riguardante l’Italia, che è tra i Paesi che maggiormente inquinano tra quelli che si affacciano sul Mediterraneo.
Il Wwf segnala come siano tantissimi i prodotti in plastica che non si possono riciclare: sedie, arredamenti, penne, spazzolini, giocattoli, pettini. Oggetti che finiscono in discarica, ma che andrebbero gestiti diversamente, sottolinea l’associazione.
La richiesta del Wwf, rivolta al governo, riguarda proprio la raccolta differenziata: l’obiettivo è di estenderla ai prodotti con plastiche di largo consumo. Un’azione che viene ritenuta necessaria per non morire soffocati dalle plastiche, sottolinea ancora l’Ong.
L’inquinamento da plastiche nel mondo: dalle monouso a quelle che finiscono in mare e nei fiumi
Ogni anno vengono prodotti 430 milioni di tonnellate di plastica, di cui circa la metà monouso. Solo il 10% di queste viene riciclato, stando ai dati dell’Onu. E si stima che ogni anno tra le 19 e le 23 milioni di tonnellate di plastica finiscano nei laghi, nei fiumi e nei mari, pari circa al peso di 2.200 Tour Eiffel. Le microplastiche, inoltre, si trovano nel cibo, nell’acqua e nell’aria.
L’inquinamento da plastiche potrebbe essere ridotto dell’80% entro il 2040, ma i Paesi e le aziende dovrebbero completamente cambiare le loro abitudini, a partire da quelle sull’utilizzo delle tecnologie esistenti, come sottolinea l’Unep nel suo ultimo rapporto sull’inquinamento da plastiche.