Ridurre “al minimo” il rischio contagio e i disagi per le scuole, votando lo stesso giorno referendum costituzionale, Regionali e primo turno delle Comunali. Senza contare “qualche centinaio di milioni di euro” risparmiati. Tre ottime ragioni, secondo la capogruppo M5S in commissione Affari costituzionali della Camera, Vittoria Baldino, per dire sì all’Election day.
Via libera della Camera all’accorpamento tra elezioni amministrative e referendum sul taglio dei parlamentari. Nonostante le obiezioni e le critiche arrivate da enti locali e opposizioni, governo e maggioranza hanno tirato dritto. Perché?
“Perché così ridurremo al minimo possibile il rischio contagi, perché così creeremo meno danni possibili alle scuole che riapriranno a settembre e perché abbiamo risparmiato qualche centinaio di milioni di euro. A me sembrano tre ottime ragioni, tutte di buon senso, per votare nella stessa data il referendum costituzionale, le elezioni regionali e il primo turno delle comunali. Francamente non capisco le proteste, capisco solo che sono strumentali e in tanti giorni di discussione in commissione e in aula le opposizioni non sono state in grado di formulare una proposta chiara e univoca. Ciascun partito di opposizione sosteneva una sua linea compiacente alle proprie aspettative di consenso sul territorio. Ma qui si lavora per i cittadini, non per il tornaconto dei partiti. Hanno attaccato la maggioranza per aver (giustamente) avviato i lavori in commissione sulla legge elettorale sostenendo che ci fossero ben altre cose su cui lavorare e poi hanno tenuto in ostaggio il Parlamento per una settimana per approvare un provvedimento di buon senso, solo per i propri interessi di parte”.
Le date del 20-21 settembre, però, rischiano di creare problemi al regolare avvio del nuovo anno scolastico dopo i problemi causati dal lockdown a quello appena concluso. Non si poteva pensare a delle date alternative?
“Per votare a luglio? No, perché avrebbe comportato due problemi: non ci sarebbe stato tempo perché le campagne elettorali sarebbero partite in questi giorni e poi il rischio di contagi avrebbe limitato moltissimo le iniziative. Siamo usciti da poche settimane dal lockdown e non potevamo rischiare di buttare all’aria i mesi di sacrifici che ci siamo lasciati alle spalle. C’è anche chi ci ha chiesto di votare a inizio settembre ma anche questa era un’opzione insostenibile. Non si può fare campagna elettorale a ferragosto. In qualsiasi caso la ministra Azzolina sta già lavorando per garantire l’apertura delle scuole nei tempi previsti e votare in un’unica tornata limita moltissimo i disagi delle scuole”.
Poi c’è la questione delle Regioni, che vogliono dire la loro sulla data delle elezioni e sono arrivate a scrivere al Presidente della Repubblica. Non c’è il rischio di uno scontro istituzionale?
“Ma no. Si è sempre cercato di accontentare tutti però veniamo da una situazione di emergenza assoluta, in cui si è cercato di coniugare il diritto alla libera partecipazione democratica dei cittadini e il bene primario è fondamentale che è quello della salute. E poi c’è il tema non trascurabile delle scuola. Per questo concentrare tutte le consultazioni elettorali nella stessa tornata sembra la soluzione migliore. Piuttosto ho l’impressione che qualcuno abbia cercato di forzare la mano nella speranza di capitalizzare subito qualche momento di popolarità e di sovraesposizione mediatica di questi mesi. In qualsiasi caso, a parte le regioni a statuto speciale, sarà il Presidente della Repubblica ad avere l’ultima parola. Noi abbiamo deciso solo che si voterà tutti nello stesso giorno”.
Ma è scontro anche sul referendum costituzionale. Anche il comitato promotore è contrario all’accorpamento. Lei come se lo spiega?
“Al comitato promotore conviene che vada a votare il numero minore possibile di cittadini. Sanno che il taglio dei parlamentari è una misura assai popolare e cercano di limitarne l’impatto. È una battaglia storica del nostro Movimento che finalmente arriva a compimento con il suo ultimo atto, il più importante: la scelta dei cittadini”.
A proposito di referendum, in ballo c’è l’approvazione del taglio dei parlamentari da 945 a 600, una delle riforme bandiera del Movimento 5 Stelle. L’accorpamento con le amministrative potrebbe favorire un’alta affluenza, la preoccupa o, al contrario, per i sostenitori del taglio potrebbe essere un vantaggio?
“Quando la gente va a votare io non mi preoccupo mai. Più gente va e più sono soddisfatta, a prescindere dal risultato. Se poi il risultato coincide con le mie aspettative tanto meglio. Sono certa che a votare per il referendum ci andrebbe tantissima gente anche se non avessimo accorpato tutto nell’election day”.