Nei bar, negli uffici, sugli autobus. La domanda che si sente fare ovunque è una sola: questo boom dell’economia di cui parlano tutti i giornali chi l’ha visto? Certo, tutti sappiamo che spesso la temperatura percepita non è esattamente quella reale, ma se ci stiamo ponendo la domanda è perché stiamo sentendo troppo caldo o troppo freddo. Comunque non ce la passiamo bene. Esattamente come accade adesso. Sui giornali ogni giorno leggiamo una buona novella. La disoccupazione cala – ad agosto sarebbe scesa all’11,9%, con 162 mila nuovi posti creati in un anno – le banche aumentano i prestiti, la fiducia è al massimo da anni, i consumi sono ripartiti e magari quest’anno tutte le squadre di serie A vincono lo scudetto. Poi ci si affaccia alla finestra per veder cosa passa sotto e vediamo negozi chiusi, più disoccupati di prima e gente che maledice perché le banche chiedono di rientrare dei vecchi prestiti. Ci sono perciò due sole possibilità: o abbiamo le allucinazioni o qui qualcuno non ce la sta raccontando giusta. D’altra parte, il giochino del mostrare solo quello che funziona in Italia lo conosciamo bene. Proverbiali sono diventati i gerarchi fascisti che portavano Mussolini a visitare gli aeroporti militari pieni zeppi di eroici aeroplani da combattimento, assicurandosi però che sempre gli stessi aerei arrivassero in ogni scalo prima del Duce.
EFFETTI OTTICI
Molti decenni dopo, senza fare paragoni, sarà Berlusconi a tentare di convincerci tutti che l’Italia con lui correva. E la prova che la crisi era un’invenzione stava nelle file ai ristoranti. Il Cavaliere, che eppure aveva qualche televisione, fu bombardato dalle critiche. Giornali, tv e internet sbugiardarono quell’effetto ottico, ridicolizzando chi si ostinava a rimuovere la realtà semplicemente negandola. Fu una bella lezione per la politica e i suoi comunicatori. Tanto che oggi quel meccanismo si è perfezionato. A dire che tutto va bene madama la marchesa sono ora le cosiddette fonti primarie, dove però i vertici sono stati cambiati o evidentemente ben istruiti. L’Istat un giorno sì e l’altro pure ci sforna dati sempre più entusiasmanti. Ora è chiaro che un buon risultato piace a tutti più di uno negativo, ma quando i numeri diventano tali da diventare grotteschi rispetto a ciò che vediamo, allora è normale sentirsi presi in giro. Una farsa che solo martedì scorso la maggiore associazione degli artigiani e delle piccole imprese italiane, la Cna, ha denunciato a proposito del boom dei prestiti bancari raccontatoci dall’Abi. A migliaia di piccoli imprenditori tutta questa generosità allo sportello non risulta affatto. E allora dove sta la verità? A dircelo dovrebbero essere giornali e telegiornali. Dove però chi non capisce l’aria che tira se la vede sempre più brutta.