di Carmine Gazzanni
In Calabria come a Roma lo sanno bene: Luigi Meduri è uno che ha sempre fatto e vissuto di politica. Tanto da arrivare a guadagnarci e a mantenercisi, ora che non ricopre più alcuna carica pubblica. Eppure, chi lo conosce, d’altronde, sa bene che Meduri non ha mai abbandonato piazza e palazzi per mantenere vivi i suoi contatti, come dimostra l’inchiesta di ieri (“l’oscuro faccendiere”, lo definisce la Guardia di Finanza nelle carte). E come del resto dimostra anche il fatto che, pur non ricoprendo alcuna carica pubblica, lo si vede spesso gironzolare per Montecitorio.
CURSUS HONORUM – Niente da dire, per carità. Specie se si pensa che Meduri è un politico di lunghissima data. E per chi ha sempre vissuto di politica, è difficile poi abbandonare la strada di una vita. Basti ricordare il suo curriculum. Settantatré anni, reggino, giornalista pubblicista, da sempre democristiano convinto. Nel 1975 fu eletto in consiglio comunale nella sua città. Ed è da qui che ha preso il “la” il suo cursus honorum. Prima assessore alla Pubblica Istruzione, quindi alla Cultura, poi il grande salto in Regione (1990) con l’elezione nelle file dell’inseparabile Dc. Eccolo, dunque, in giunta come assessore con la delega al Lavoro, alla Formazione e all’Istruzione. Passano solo cinque anni e Meduri diventa Presidente della Regione Calabria, a seguito di un ribaltone clamoroso che determinerà la sostituzione della maggioranza di centrodestra, fino ad allora guidata dal forzista Giuseppe Nisticò. Ed è proprio grazie a questa esperienza che Meduri conquista il grande palco: nel 2001 viene eletto nelle liste dell’Ulivo alla Camera dei Deputati.
ROMA SOLO ANDATA – Esperienza indimenticabile, tanto da ritentare la scalata nel 2006, questa volta al Senato, con la Margherita ma non viene eletto, riuscendo ciononostante a ottenere il ruolo di sottosegretario alle Infrastrutture, nel secondo governo guidato da Romano Prodi, aderendo successivamente al Partito Democratico, della cui assemblea nazionale è ancora membro. Una carriera, dunque, di tutto rispetto. Esattamente come la pensione che il buon Meduri porta a casa. Secondo gli ultimi dati del Parlamento, infatti, l’ex sottosegretario gode di un vitalizio poco superiore ai duemila euro. Briciole in confronto a quanto ammonta il vitalizio regionale. Per aver ricoperto ruoli istituzionali in Calabria, infatti, secondo quanto riporta direttamente il sito della Regione, Meduri porta a casa la bellezza di 6.539 euro. Totale: oltre ottomila euro. Niente male. Ma, a quanto pare e stando alle indagini di ieri e al successivo arresto, non bastavano nemmeno questi all’ex governatore, che chiedeva mazzette in cambio di favori e agevolazioni. Come ogni faccendiere che si rispetti.