Pirateria audiovisiva in crescita nel 2022: oltre 300 milioni gli illeciti

Nel 2022 sono stati commessi oltre 30 milioni di atti di pirateria in più rispetto al 2021 (+9%).

Pirateria audiovisiva in crescita nel 2022: oltre 300 milioni gli illeciti

Trenta milioni di atti di pirateria audiovisiva in più rispetto al 2021 (+9%), con un +26% sugli eventi sportivi live; +20% per i programmi tv e + 15% per le serie tv. I film si confermano i contenuti più piratati: costituiscono il 35% degli atti di pirateria audiovisiva online per un totale di circa 120 milioni, un numero comunque in calo del 4% rispetto al 2021. È quanto emerge da un rapporti Fapav/Ipsos sulla pirateria audiovisiva presentato in occasione degli Stati generali della lotta alla pirateria tra legalità, sicurezza e intelligenza artificiale.

Nel 2022 sono stati commessi oltre 30 milioni di atti di pirateria audiovisiva in più rispetto al 2021 (+9%)

Quattro pirati su cinque, secondo l’indagine di Fapav/Ipsos, sono consapevoli di commettere un reato (81% dei pirati adulti). I dati confermano, inoltre, un’incidenza complessiva della pirateria stabile tra la popolazione adulta, pari al 42% ma con una crescita dei contenuti piratati. Si stimano nel 2022 circa 345 milioni di atti illeciti. La pirateria digitale si conferma la principale, con il 39% di incidenza, dato stabile rispetto al 2021.

I film si confermano i contenuti più piratati

Segue la pirateria indiretta (prestito di copie digitali e fisiche piratate o la visione da amici), che si attesta intorno al 12%; mentre la pirateria fisica ha un’incidenza del 9%. Tra gli adolescenti: nel corso del 2022 quasi la metà dei 10-14 enni ha compiuto almeno un atto di pirateria audiovisiva (-4% rispetto al 2021).

Per quanto riguarda la deterrenza, i dati dimostrano che l’oscuramento dei siti si rivela una misura efficace: il 40% dei pirati adulti è incappato almeno una volta in un sito bloccato e la metà di loro si è indirizzata su contenuti legali (49%). I pirati audiovisivi sono più concentrati tra gli under 35 (39%), tra coloro che hanno un livello di istruzione più elevato e tra gli occupati. C’è inoltre una leggera prevalenza di uomini (53%) sulle donne (47%).