È “vergognoso” che si continui a paragonare la vicenda del padre di Luigi Di Maio con quelle dei papà di Matteo Renzi e Maria Elena Boschi, perché c’è una “differenza siderale”. A dirlo, senza giri di parole, è l’onorevole M5S Francesca Businarolo.
Partiamo dall’ultima notizia di ieri: il sequestro di alcune aree nei terreni di famiglia di Di Maio per la presenza di rifiuti inerti. Le responsabilità saranno accertate nelle sedi opportune, ma perché di fronte alla divulgazione di queste notizie parlate di accanimento mediatico?
“Lo ha appena detto lei: le responsabilità (se ce ne sono) verranno accertate nelle sedi opportune. Prima non è tollerabile alcun processo mediatico come quello che stanno portando avanti molte testate. Soprattutto se è a carico di un vicepremier che è totalmente estraneo ai fatti: rendiamoci conto che stiamo mettendo in croce sulle presunte colpe del padre un uomo che all’epoca era poco più che ventenne e non ricopriva alcun incarico pubblico o politico; Luigi si è mostrato, inoltre, subito disponibile a confrontarsi pubblicamente e rendere noti tutti i documenti del caso, con grande umiltà”.
Gli attacchi, però, continuano. Perché?
“Conosciamo tutti la macchina del fango: sappiamo chi, di volta in volta, può avere interesse ad azionarla e perché. Penso anche, però, che ormai gli italiani siano vaccinati e sappiano fare benissimo la differenza tra chi informa e chi disinforma”.
Ma non temete, attaccando e polemizzando con la stampa che vi critica, di assomigliare a quello stesso potere arrogante che fino al marzo scorso avete duramente combattuto?
“Il premier Conte la settimana scorsa è andato a Napoli per incontrare i giornalisti minacciati dalla criminalità organizzata. In Parlamento non perdiamo occasione per esprimere tempestivamente il nostro sostegno ogni qualvolta un cronista con la schiena dritta riceve minacce o intimidazioni. Siamo sempre pronti a rispondere nel merito e nei contenuti alle critiche costruttive che ci vengono rivolte dai giornalisti credibili (come sto facendo adesso, ad esempio). Quello che – lo ripeto – non tolleriamo sono gli attacchi strumentali di certa stampa che, volente o nolente, viene ‘suggestionata’ dai suoi editori”.
La vicenda del padre di Di Maio rischia di avere contraccolpi sulla tenuta della maggioranza e del Governo?
“Assolutamente no. Sfido le menti più creative a trovare un nesso tra la vicenda familiare di Luigi Di Maio e gli equilibri di governo”.
Intanto il Pd ha mollato il fioretto e impugnato la sciabola: dopo gli attacchi dei Cinque Stelle sulla vicenda Boschi-Etruria e quella del padre di Renzi ora sono loro a scatenarsi contro Di Maio…
“Questo Pd, con questi vertici e questo modus operandi, è al capolinea. Ha poco da impugnare la sciabola, pensi piuttosto ad indossare le vesti di chi si mette nei panni dei cittadini. E ad assumere una buona dose di umiltà. Non nascondiamoci dietro un dito: qui c’è gente che ha fatto leggi “ad patrem”, che ha praticato il familismo in tutte le sue declinazioni e ora ha anche il coraggio di puntare il dito contro chi sta governando onestamente”.
Perché i casi Boschi e Renzi non sono paragonabili alla vicenda Di Maio?
“È vergognoso che si continui a fare questo paragone. Ribadisco la differenza siderale tra l’accaduto ad Antonio Di Maio e le inchieste pesanti che hanno tra i protagonisti i genitori dell’accoppiata Renzi-Boschi. Da una parte la gestione di una piccola impresa locale, dall’altra l’altissimo rischio di ingerenze ed interferenze tra chi governa e i genitori, che dal canto loro si occupano di “questioni di Stato” come quelle legate a Banca Etruria o Consip. Renzi e Boschi sono politicamente indifendibili: dicevano di voler rottamare e hanno fatto la fine dei peggiori rottami della Prima Repubblica”.