Pio Albergo Trivulzio, sindacati in piazza contro la liquidazione delle case

Gli inquilini del Pio Albergo Trivulzio temono il piano di alienazione degli immobili. Intanto tutti i sindacati chiedono le dimissioni dell’assessore Franco.

Pio Albergo Trivulzio, sindacati in piazza contro la liquidazione delle case

Saranno gli inquilini a reddito medio basso a pagare il prezzo più alto delle gestioni scellerate del patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio (Pat). È quanto denunciano sindacati e comitati di inquilini che ieri pomeriggio si sono radunati in piazza della Scala davanti a Palazzo Marino per ribadire la loro richiesta della sospensione dell’iter per la cessione degli immobili al fondo Invimit.

Saranno gli inquilini a reddito medio basso a pagare il prezzo più alto delle gestioni scellerate del patrimonio immobiliare del Pio Albergo Trivulzio

Il Pio Albergo Trivulzio versa in una situazione economica disastrosa, avendo accumulato debiti per oltre 140 milioni di euro – con un disavanzo di oltre 100.000 euro al giorno – durante l’ultima amministrazione dell’ex Direttore Generale Giuseppe Calicchio (poi defenestrato) e delle amministrazioni precedenti. Per questo Regione e Comune di Milano hanno nominato il Prefetto Francesco Paolo Tronca quale Commissario straordinario del PAT, affidandogli il compito di preparare un piano di risanamento e rilancio, che passerà però attraverso la cessione del patrimonio immobiliare del Trivulzio al Fondo Invimit Sgr, facente capo al Mef. Lo scopo è ottenere, attraverso la valorizzazione immobiliare, la liquidità necessaria a ripartire.

“Il commissario del Pat Tronca non ci ha mai incontrato”

Il commissario Tronca, accusano però sindacati e inquilini, non ha mai risposto sulle loro proposte, che prevedevano il coinvolgimento con Regione e Comune nell’esame della bozza del piano; la sospensione di tutte le lettere di risoluzione dei contratti; l’apertura del tavolo di confronto per il rinnovo dell’accordo integrativo sull’applicazione del canone concordato, sottoscritto nel 2017, ma scaduto nel 2020; il rinnovo di tutti i contratti, scaduti ed in scadenza.

“Il Commissario Tronca, nel silenzio più totale, ha accelerato l’iter, che porterà a breve alla cessione dei primi immobili. E intanto le disdette notificate agli inquilini continuano regolarmente”, denunciano i sindacati.

Sindacati che, sempre ieri, sono andati allo scontro frontale con l’assessore regionale alla Casa Paolo Franco, dopo le dichiarazioni rilasciate dall’esponente di FdI a seguito del presidio unitario organizzato sotto Palazzo Lombardia per stigmatizzare le carenze della gestione regionale dell’edilizia pubblica e rivendicare le adeguate azioni da mettere in campo. Franco aveva definito i manifestanti persone “che non rispettano la legalità”, “spiace che ora i sindacati rinuncino al dialogo preferendo una contrapposizione di piazza dal sapore ideologico e politico”, aveva aggiunto. Cisl e Uil ier ne hanno chiesto le dimissioni.

S’accende lo scontro dei sindacati con l’assessore regionale Franco

“Le parole utilizzate da Franco sono gravi e offensive nei confronti del lavoro sindacale, della memoria dei sindacalisti che hanno dato la vita per difendere la legalità, delle tante persone che ieri hanno preso parte alla manifestazione e dei tanti cittadini che stanno aspettando da lui risposte concrete”, scrive in un comunicato la Cisl. il numero uno della UIL Lombardia Enrico Vizza si dice “sconcertato dalle affermazioni dell’assessore, che associa chi ha manifestato alla stregua di cittadini che non rispettano la legalità e non versano il canone” e ritiene opportuno che Franco lasci la delega, come ha scritto in una lettera al governatore Fontana.

“Di fronte a quasi 20mila alloggi vuoti, a tutti i gravissimi problemi di sicurezza e di manutenzione, di fronte a tutti i problemi che hanno scatenato ieri (mercoledì, ndr) la protesta dei sindacati sotto palazzo Lombardia, l’assessore risponde, non proponendo soluzioni serie, ma con affermazioni che fanno rabbrividire”, dice la consigliera  Pd Carmela Rozza. “Il presidente Fontana dovrebbe affrontare seriamente il problema dell’atteggiamento antidemocratico e intimidatorio dei suoi assessori”, conclude.