La leva obbligatoria, sotto forma di servizio civile, piace proprio a Roberta Pinotti. La ministra della Difesa ha rilanciato l’idea, messa al centro del dibattito già ieri: “Riflettiamo sull’idea di riproporre ai nostri i giovani un momento unificante nel servizio civile obbligatorio”. La proposta è stata accolta con favore dal deputato del Pd, Ermete Realacci: “Va bene un servizio civile obbligatorio sia per gli uomini che per le donne, per un tempo limitato, da dedicare a servizi sociali, cura dell’ambiente e protezione civile. Mi sembra questo anche il senso delle parole del ministro della Difesa Pinotti. Può essere uno strumento importante per rafforzare il senso di appartenenza alla comunità”.
Nel Governo c’è stata un’apertura di credito. “Il problema è di capire tempi e modalità con cui ciascuno fa parte di un’esperienza al servizio degli altri che non è la stessa cosa di lavorare al posto di altri, ma è di essere parte di una comunità offrendo il proprio tempo e le proprie capacità”, ha osservato la ministra dell’Istruzione, Valeria Fedeli. Ma la Lega ha pensato a qualcosa di più forte: “Ci vogliono sei mesi di servizio militare. I ragazzi italiani devono imparare a usare un’arma. E solo l’Italia può permettersi un ministro della Difesa come la Pinotti”, ha attaccato il leader del Carroccio, Matteo Salvini.
Dal Movimento democratico e progressista, lo stop è invece netto: “Sono contrario a rendere obbligatorio il servizio civile. Quello che serve ai giovani è un piano per il lavoro”, ha commentato il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, mettendo sul tavolo un’altra idea: “Facciamolo e finanziamolo a chi vuole farlo, perché già questo sarebbe un risultato. Tocca metterci i soldi a noi”.
Il senatore Carlo Giovanardi ha manifestato una netta contrarietà: “Difficile immaginare una proposta più sconclusionata e confusa di quella di un Servizio Civile obbligatorio avanzata ieri dal ministro della Difesa Pinotti e avvallata oggi dal ministro dell’istruzione Fedeli”. “È davvero assurdo pensare sia possibile impiegare 500mila giovani all’anno senza avere la piu’ pallida idea delle strutture, delle risorse e dei mezzi necessari per gestirli”, ha aggiunto.