Con un video di 8 minuti pubblicato sulla sua pagina Facebook, Pif dice la sua sul caso Maniaci, il direttore di Telejato indagato per estorsione. Il ragionamento di Pierfrancesco Diliberto è di una persona profondamente amareggiata per quanto accaduto. Ma, al tempo stesso, di profonda lucidità: “L’ho conosciuto dieci anni fa in un incontro all’università di Perugia – comincia a raccontare – dove alcuni docenti se ne andarono sdegnati, mentre i ragazzi lo ascoltavano. Quando sono uscite le intercettazioni mi è crollato il mondo addosso. Ho cercato di leggerle senza farmi coinvolgere. Ma che estorsore è uno che chiede 466 euro? Mi astengo e aspetto le risultanze penali”, dice Pif.
Ma il regista de La mafia uccide solo d’estate si interroga anche sul piano morale. “La storia dei cani mi ha fatto incazzare. Qualche domanda a Pino la voglio fare quando lo incontrerò e sapere se si sia realmente accorto di cosa abbia costruito in questi anni. Questa antimafia non va persa, i giovani sono in attesa. Telejato non deve chiudere perché una famiglia mafiosa in particolare, i Vitale, si stanno sbellicando dalle risate pensando ‘ma guarda un po’, hanno fatto tutto da soli’”. Poi Pif aggiunge: “Ci vuole un’antimafia 3.0 che smetta di delegare le azioni antimafiose a qualcun altro. Se oggi si può aprire un negozio a Palermo senza pagare il pizzo è perché qualcuno ci ha messo la faccia. Quelli che si sono messi in gioco, magari non sono dei santi, avranno tutti i difetti di questo mondo. Perché siamo schifosamente umani. Ma i difetti di una persona non possono essere un alibi per non fare un’emerita minchia…”