di Cecilia Moretti
È questione di ore e la geografia dei parlamentari eletti dovrebbe essere definitiva. La presa di servizio è alle porte e in casa Pdl la riunione dei gruppi di lunedì sarà presumibilmente l’ultimo giorno utile per svelare le scelte del collegio di elezione. I primi non eletti di alcune regioni potrebbero definitivamente vedere svanire il sogno della poltrona parlamentare o invece ritrovarselo materializzato sotto gli occhi, e sul territorio c’è fibrillazione.
In particolare sono i due big più big del partito, Silvio Berlusconi per il Senato e Angelino Alfano per la Camera, a tenere con il fiato sospeso i candidati attualmente in stand by. Berlusconi, capolista al Senato in tutte le regioni, dovrebbe far ricadere la sua scelta tra Lazio e Lombardia. L’opzione per la regione del Pirellone, dove il leader del Pdl è tra l’altro di casa e il partito degli azzurri con la vittoria ha ottenuto il premio di maggioranza, comporterebbe meno scossoni. Ma negli ambienti romani si vocifera che Berlusconi potrebbe invece propendere per il Lazio, il che costituirebbe un ennesimo schiaffo per gli ex An. A farne le spese sarebbe infatti in questo caso Francesco Aracri, storico esponente politico nelle fila di An, poi confluito nel Pdl, in pole position tra i non eletti.
Per quanto riguarda, invece, Angelino Alfano, le opzioni regionali sono Piemonte, Sicilia e Lazio, e il segretario Pdl pare essere sempre più orientato sulla regione del Nord-Ovest. Se la scelta sarà effettivamente questa, fuori dal Parlamento rimarrà Gilberto Pichetto Fratin, senatore uscente, piemontese di Biella, già assessore regionale della giunta Ghigo. Se questa ipotesi si materializzerà, si verificherà la curiosa circostanza di un collegio piemontese con un solo parlamentare autoctono eletto, Enrico Costa. E sarà effettivo il ripescaggio di Riccardo Antonio Gallo Afflitto in Sicilia ed Eugenia Roccella nel Lazio, nome, quest’ultimo, che sta particolarmente a cuore ai maggiorenti cattolici del Pdl, in primis Quagliariello e Sacconi.