Milano, Roma, Torino, Genova, Perugia, Napoli, Cagliari, Messina: sono queste alcune delle tante città in cui oggi ci saranno cortei, corse, passeggiate, flash mob, sit in, visite ginecologiche gratuite, rassegne, per celebrare la Giornata internazionale contro la violenza sulle donne. A pochi giorni dall’ultimo femminicidio di Giulia Cecchettin, che ha sconvolto tutto il Paese, si attendono nelle piazze italiane migliaia di persone che faranno rumore e grideranno per dare voce a chi non ce l’ha più.
Avrà luogo un’edizione speciale della manifestazione ‘Montecitorio a porte aperte’. Durante la visita i cittadini potranno ascoltare in Aula le testimonianze di donne vittime di violenza. Porte aperte anche in Senato la cui facciata sarà illuminata di rosso. Occhi puntati su Roma e Messina dove a farsi sentire saranno i cortei organizzati da “Non una di meno” che non vuole bandiere di partiti né di sindacati.
“Non sarà – hanno dichiarato le attiviste – una passerella a favore di telecamere per leader di opposizione e di governo. In questo senso, chiediamo di fare un passo indietro e di rispettare uno spazio di autodeterminazione e di affermazione politica necessario in un Paese in cui le donne e le soggettività continuano a morire di morte violenta, in casa, in strada e sui posti di lavoro”.
Venti di guerra
Ma ha fatto discutere il palco concesso anche alle donne palestinesi, iraniane, curde, con il movimento fucsia che chiederà la fine della guerra in Palestina. Una posizione che per molti rischia di sviare l’attenzione dal motivo principale della manifestazione.
Polemiche che hanno portato le attiviste di Non una di meno a chiarire: “Se accetteremmo le donne israeliane? La nostra piazza è apolitica e aperta a tutte e a tutti quelli che lottano con noi contro il patriarcato e la violenza di genere. Siamo contro il genocidio di uno stato colonialista nei confronti di Gaza, dei palestinesi, non contro le donne israeliane. La piazza è aperta in modo apolitico e apartitico. Non ci saranno bandiere e nessun simbolo. Sarà una piazza contro la violenza di genere e contro il patriarcato”, hanno precisato.
Polemico Carlo Calenda: “Questa non è la piattaforma di una manifestazione contro la violenza sulle donne e per una società meno maschilista e più equa. Questa è la piattaforma di un collettivo di estrema sinistra antisraeliano e filo Hamas (notoriamente sostenitore dei diritti delle donne). Sorvolo sui restanti deliri veteromarxisti.
Decine di migliaia di persone, tra cui tutta la mia famiglia dai nonni ai bambini, si preparavano ad andare ad una manifestazione che credevano organizzata per ragioni diverse. Strumentalizzare così un grande moto spontaneo di solidarietà e vicinanza alla causa femminista, non è giusto e non è corretto”, ha dichiarato il leader di Azione.
Chi ci sarà
Sarà in piazza a Perugia il leader del Movimento Cinque Stelle, Giuseppe Conte che “raggiungerà la mobilitazione organizzata in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne e domestica”. Nella stessa piazza anche Nicola Fratoianni, leader di Sinistra Italiana.
A Roma, come nelle altre parti d’Italia, saranno presenti parlamentari M5S, che scenderanno in piazza nelle mobilitazioni a carattere territoriale che sono state organizzate in tutto il Paese. Anche la segretaria del Pd, Elly Schlein, non esclude una sua partecipazione: “Il Pd ha sempre partecipato alla manifestazione di Non una di meno e parteciperà anche domani (oggi, ndr). Io la mattina sono a Perugia, se riuscirò parteciperò anche io molto volentieri”.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala, sarà presente al presidio ‘Il patriarcato uccide’ a Milano. In piazza anche il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri.
E chi no
La premier Giorgia Meloni, che rivendica “la legge sulla violenza votata da tutte le forze politiche” perché “ci sono terreni su cui la condivisione può fare la differenza”, ribadisce: “Non ci fermeremo fin quando non si fermerà” la violenza contro le donne, “qualcosa di incompatibile con il nostro presente”.
Non sarà in piazza oggi: “La celebreremo questa sera (ieri, ndr)” la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne riferendosi alla cerimonia a Roma, con l’illuminazione della facciata di Palazzo Chigi. Con lei i ministri Andrea Abodi e Eugenia Roccella.