Il ministro dell’Istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, ha recentemente dichiarato con orgoglio che il Piano estate è stato un successo, coinvolgendo circa 950mila studenti e oltre 4.500 scuole. Tuttavia, uno sguardo più attento ai dati disponibili suggerisce un’affermazione più cauta.
Il Piano estate mira a fornire attività educative estive per contrastare la perdita di apprendimento durante le vacanze, un problema noto e ben documentato. Iniziative come Arcipelago Educativo, promosse da Save the Children con la Fondazione Agnelli, hanno dimostrato l’efficacia di tali interventi nel supportare gli studenti, soprattutto quelli in situazioni di fragilità. Tuttavia, per affermare che il Piano estate sia stato un successo, è necessario avere una base dati solida e trasparente, qualcosa che attualmente manca.
L’11 aprile 2024, il ministero dell’Istruzione e del merito ha lanciato un avviso pubblico per il Piano estate 2023-2024 e 2024-2025, con un importo complessivo stanziato di 400 milioni di euro provenienti dal Fondo sociale europeo Plus (Fse+). Questi fondi sono stati suddivisi in 131 milioni per le regioni “più sviluppate”, 32 milioni per le regioni “in transizione” e 237 milioni per le regioni “meno sviluppate”. A queste risorse si aggiungono fondi dal Pnrr e Pon 2014-2020, ampliando notevolmente il budget disponibile. Tuttavia, secondo lo studio di Barbara Romano per lavoce.info, la partecipazione è stata modesta, coinvolgendo circa la metà delle scuole e mostrando una significativa disparità tra regioni. Le risorse sono state utilizzate solo al 59%, e il ministero non ha fornito dettagli sufficienti per una valutazione precisa.
Mancanza di trasparenza nei dati del Piano estate
Il punto cruciale sarebbe la mancanza di trasparenza. Il ministero ha pubblicato solo i dati complessivi, senza specificare l’allocazione dei fondi tra le diverse fonti. Non sappiamo quanti studenti vulnerabili siano stati effettivamente coinvolti o come siano state strutturate le attività. Questo rende impossibile valutare l’efficacia reale del piano. Ad esempio, secondo Romano, il totale richiesto dalle scuole è di soli 237 milioni, rappresentando il 59% delle risorse destinate. Inoltre, il ministro ha parlato di oltre 40mila studenti coinvolti in percorsi Pcto e 110mila studenti in formazione in vari percorsi Pnrr, il che suggerisce che le percentuali di utilizzo siano sovrastimate. Un calcolo preciso del tasso di utilizzo non è al momento possibile, perché il ministero ha pubblicato le graduatorie con gli importi totali senza spacchettarli per fondo di afferenza.
Secondo Romano la letteratura evidenzia l’importanza di attività estive ben strutturate per prevenire la perdita di apprendimento e migliorare le competenze non cognitive. Tuttavia, senza dati dettagliati, è difficile stabilire se il Piano estate stia effettivamente raggiungendo questi obiettivi. Il Piano estate è progettato per mantenere aperte le scuole durante l’estate, offrendo attività a bambini e ragazzi che altrimenti non avrebbero accesso a esperienze educative e ricreative. I criteri di selezione favoriscono le scuole con alti tassi di abbandono scolastico e basso status socioeconomico. Ma non è chiaro e non è verificabile se effettivamente queste scuole abbiano realmente raggiunto gli studenti più bisognosi.
Suggerimenti per migliorare il Piano estate
Di fronte a queste criticità lo studio di Romano suggerisce un bando integrativo per l’estate 2024-2025 che consenta una pianificazione più anticipata e mirata. Magari ripensando la formula del bando stesso, utilizzando strumenti di valutazione che forniscano evidenze utili per capire le ragioni della bassa partecipazione e per identificare interventi più adeguati.