Una raccolta firme per la sfiducia al ministro della Salute Roberto Speranza organizzata da Fratelli d’Italia ha raccolto più di centomila firme. O almeno questo ha annunciato lunedì Giorgia Meloni. Ma molti dubbi, spiega oggi Il Fatto Quotidiano, sorgono attorno all’autenticità di quelle firme. E a chi ha firmato.
Le firme farlocche di Fratelli d’Italia contro Roberto Speranza
Come ha accertato il Fatto, con un semplice trucchetto la stessa persona può firmare la petizione quante volte vuole con lo stesso indirizzo email. Giacomo Salvini riferisce di aver firmato cinque volte dalla stessa casella di posta cambiando solamente i dati anagrafici. E questo perché la piattaforma non è predisposta per verificare. Come per la provincia che fa parte (o no della regione corretta.
L’unica verifica che viene fatta è sull’indirizzo email. Una volta aggiunto, si deve confermare l’autenticità della firma dalla propria casella di posta e poi il signor Francesco Bianchi si aggiunge agli oltre 100 mila cittadini che chiedono le dimissioni di Speranza. A quel punto ogni utente può firmare la petizione con più indirizzi email diversi e lo stesso computer (non c’è controllo sull’indirizzo Ip ) ma soprattutto, con un semplice stratagemma, può sottoscrivere la petizione quante volte vuole usando la stessa casella di posta.
Basta chiedere di aggiornare i propri dati al sistema inserendo un indirizzo email differente, anche inesistente (come 3358@3358.it, 34@34.it, 4 4@4 4.com), e un attimo dopo sottoscrivere la petizione con la mail di partenza. La piattaforma non si accorgerà di niente e aggiungerà un’altra firma. Così ieri il Fatto ha firmato altre quattro volte come quattro cittadini diversi: Francesco Bianchi (Lombardia), Alberto Conti (Toscana) Laura Serbelloni Mazzanti Vien Dal Mare (Veneto) e Pippo Sforza (Trentino). Solo che erano tutti fittizi.