di Angelo Perfetti
Una lettera riservata indirizzata ai ministri del Tesoro e del Lavoro dove, senza mezzi termini, si lanciava l’allarme sulla sostenibilità del sistema previdenziale italiano. Poi l’audizione alla Commissione bicamerale di Controllo, nella quale il presidente Antonio Mastrapasqua , in un tipico linguaggio burocratico, parlava di “segnali di non tranquillità” a proposito dei conti dell’istituto e del peso derivante dall’accorpamento con Inpdap e Enpals.
Gli allarmi
Un afflato di verità sul quale il governo, che ormai da mesi vede improbabili riprese e un radioso futuro per l’economia nostrana, ha posto immediatamente la sordina. Tanto da costringere il presidente dell’Inps Mastrapasqua a fare marcia indietro e a raccontare ai giornali che in fondo la situazione non è poi così grave. Eppure la domanda è talmente ovvia da diventare retorica: ma se le condizioni delle casse dell’Inps sono sotto controllo, che bisogno c’era di inviare una lettera riservata a ben due ministri della Repubblica? Escluso un improvviso attacco di grafomania di Mastrapasqua – che per sua natura si trova più a proprio agio con i numeri – c’è da credere che l’allarme fosse fondato. Ma andava a cozzare con il dipinto a tinte rosa che da mesi il governo sta cercando di proporre rispetto al futuro della nostra nazione.
La controinformazione
Le analisi europee sono piuttosto pessimiste sulla capacità dell’Italia di uscire dalla crisi, l’Ocse ha descritto un Belpaese in affanno, l’Istat registra la crescita esponenziale della disoccupazione. Ma Letta vede la luce, e guai a fargli ombra. E allora, se le relazioni dei grandi istituti di rilevamento e statistica possono essere sopportati per un giorno sui giornali, diverso è se proprio un pezzo di Stato, un burocrate di alto livello, uno che le cose le sa, si mette a suonare la stessa musica funerea. E non potendo spegnere l’emissione sonora, l’unico modo è tentare di abbassare la fonte primaria e mettere in campo un suono diversivo di maggiore entità. Ed è quello che è successo. Mastrapasqua è stato costretto a fare marcia indietro, e nel contempo il ministro saccomanni si è sperticato in analisi per cui l’allarme non c’è ma esiste solo un problema tecnico. E’ come trovarsi il bagno allagato dalla lavatrice rotta e derubricare il tutto a un “problema tecnico”; certo che quello che esiste è un problema tecnico, il punto sono le conseguenze che provoca, comunque lo si chiami. E così dopo la frettolosa retromarcia e le rassicurazioni governative sulle nostre pensioni future, ora arriva l’analisi della Corte dei Conti. Precisa, puntuale, dettagliata, documentata, chirurgica. Ma chissà, forse anche questa forse è troppo negativa, frutto magari del pessimismo che pervade a una certa età. Sarebbe meglio mandarli in pensione, certi giudici. Ma non è possibile: c’è la legge Fornero. Non a caso la Corte chiede un continuo monitoraggio della riforme del mercato del lavoro e delle pensioni del Governo Monti-Fornero, per verificare i loro effetti sull’Inps, e – aggiungiamo – gli effetti perversi che le due riforme hanno procurato ai diritti delle persone’’. Quindi niente pensione per i giudici catastrofisti. D’altronde meglio cos’, tanto… non ci sono soldi.
Pure la Corte dei Conti boccia il bilancio Inps
Adesso non siamo più noi con le nostre analisi giornalistiche a mettere il dito sulla piaga. La conferma arriva dai magistrati che per incarico hanno proprio quello di controllare i conti pubblici. Anzi, per dirla tutta sono anni che i giornali, e non solo loro (ci sono state anche interrogazioni parlamentari) mettono in guardia sulla situazione esplosiva dei conti dell’Inps, sul buco esistente, sul rischio per le pensioni. Allarmismo; così è stata derubricata ogni segnalazione.
Cresce il deficit
Ora però è la Corte dei Conti a dirlo: i conti dell’Inps “registrano il primo disavanzo finanziario e l’accentuazione del deficit economico – derivanti dai più grandi fondi amministrati, per i quali appaiono indilazionabili misure di risanamento – che si riconnettono anche al ciclo recessivo oltre che alla incorporata gestione pubblica”. Sic, nero su bianco nella relazione sul bilancio dell’Istituto nel 2012. “Al contenimento della gravosa perdita economica totale concorre tuttavia – spiega la Corte dei Conti nella Relazione – il massiccio saldo positivo di esercizio dei parasubordinati e quello delle prestazioni temporanee, i cui netti patrimoniali consentono ancora la copertura di quelli negativi delle altre principali gestioni e il mantenimento di un attivo nel bilancio generale, esposto peraltro a rapido azzeramento”. Il bilancio, spiega la magistratura contabile, “conferma l’esigenza di un costante monitoraggio degli effetti delle riforme del lavoro e della previdenza obbligatoria sulla spesa pensionistica e di una crescente attenzione al profilo dell’adeguatezza delle prestazioni collegate al metodo contributivo e degli eccessivi divari nei trattamenti connessi a quello retributivo, unitamente all’urgenza di rilanciare la previdenza complementare”. La Corte dei Conti “evidenzia nuovamente la necessità di un intervento finalizzato a ridisciplinare l’intero ordinamento e comunque a riequilibrare la governance dell’Istituto – soprattutto nei profili della rappresentanza legale, di indirizzo politico amministrativo e di gestione – oltre che a ridisegnare assetto e attribuzioni dell’organo di controllo interno e della vigilanza ministeriale”. Inoltre, la magistratura contabile “sottolinea che l’inserita incorporazione di fatto di Inpdap ed Enpals nell’opera di riorganizzazione in atto dal 2008 ha accentuato l’urgenza di una revisione delle articolazioni della direzione generale.
Le paure dei sindacati
“A fronte delle dichiarazioni della Corte dei Conti sulla necessità di misure per risanare l’Inps – afferma il segretario confederale della Cisl Maurizio Petriccioli – occorre ribadire che tale obiettivo va perseguito mantenendo l’equilibrio fra sostenibilità finanziaria e sostenibilita’ sociale, perché non e’ possibile garantire, nel lungo periodo, l’una a prescindere dall’altra. Il Governo e il Parlamento devono essere chiari su questo punto”. Per il segretario confederale della Uil, Domenico Proietti ‘’la riforma della governance dell’Inps è una priorità assoluta che il Governo e il Parlamento devono affrontare’’.