C’è sempre un’ora per resistere. La resistenza per difendere la terra è un diritto. E Napoli è una delle patrie della resistenza. Nelle quattro giornate del 1943 fu la prima città d’Europa a liberarsi dall’occupazione nazifascista con una rivolta di popolo, con donne e bambini in prima fila. E fu resistenza armata.
Gli indigeni hanno diritto di resistere contro la supremazia dei bianchi occupanti. Eppure a noi occidentali ci hanno mostrato gli indiani come i cattivi e i mostri. I neri hanno resistito contro i bianchi e debbono resistere ancora. Il popolo curdo ha diritto di resistere, così come quello armeno e quello sahrawi. C’è però qualche eccezione. Nessuno, per esempio, ha messo in discussione la resistenza del popolo ucraino, e i governi occidentali hanno addirittura armato la resistenza ucraina.
Per il potere, il diritto alla resistenza non è un diritto per tutti, ma solo di chi non mette in pericolo il potere dominante. I popoli hanno anche il diritto di resistere, pacificamente, alla distruzione del pianeta da parte dei detentori del potere economico e politico. Gli oppressi, come un tempo gli schiavi, hanno diritto di ribellarsi agli oppressori. Le donne hanno diritto di ribellarsi al patriarcato. Le lavoratrici e i lavoratori hanno diritto a ribellarsi se nei luoghi di lavoro non sono rispettate le norme per la sicurezza e se il salario non è equo. I poveri hanno diritto di ribellarsi se i ricchi sono diventati ricchi sulla pelle di chi non ha niente.
Il popolo ha diritto di sfrattare gli abitanti del tempio se hanno occupato abusivamente il tempio e lo violentano ogni giorno. Anche gli animali hanno diritto di resistere contro gli esseri umani crudeli. Così come la natura resiste alla distruzione del pianeta per mano umana. Ma noi diciamo che è la natura ad essere colpevole e violenta, senza mai riflettere sulla nostra violenza quotidiana.
I palestinesi hanno diritto alla resistenza armata per difendere l’occupazione illegale da decenni della propria terra. Hanno diritto ad impedire il genocidio e la pulizia etnica. Hanno diritto a pretendere che la corte penale internazionale processi il governo israeliano e i responsabili militari di crimini di guerra e contro l’umanità. Hanno diritto ad impedire la distruzione di Gaza e l’occupazione della Cisgiordania.
Esiste ancora il diritto? E se il diritto è usato dal potere che non vuole giustizia ma solo legalità fondata sull’abuso del diritto? È un diritto combattere per la giustizia? Essere combattenti per la giustizia è un dovere prima ancora che un diritto.