Perché non si trova pesce fresco in Italia? Per quale motivo i pescatori sono in sciopero e quanto durerà la protesta?
Perché non si trova pesce fresco in Italia? Caro benzina e stasi dei pescherecci
Con il trascorrere dei giorni, le proteste contro il caro benzina aumentano in modo incessante. Allo sciopero degli autotrasportatori che ha bloccato le strade, è seguita una nuova forma di protesta che sta compromettendo il rifornimento di pesce fresco in Italia. I pescherecci, infatti, hanno avviato una serie di manifestazioni e stanno chiedendo l’aiuto del Governo per resistere all’impatto legato all’incremento dei prezzi del carburante.
I pescherecci, quindi, ricalcando quanto già avvenuto con la categoria degli autotrasportatori, hanno deciso di non uscire più in mare finché non riceveranno garanzie sull’intervento del Governo per contrastare il caro benzina.
La protesta dei pescherecci è cominciata nella notte tra domenica 6 e lunedì 7 marzo e proseguirà per l’intera settimana. La notizia è stata comunicata dall’Associazione produttori pesca che si è recentemente riunita a Civitanova Marche. Durante la riunione organizzata, hanno partecipato circa l’80% dei rappresentanti delle marinerie italiane.
Associazione produttori pesca: sciopero dei pescatori e richiesta di intervento al Governo
Al termine dell’assemblea tenuta a Civitanova Marche, l’Associazione produttori pesca ha annunciato lo sciopero generale spiegando che il caro gasolio “non permette più di sostenere l’attività di pesca e il comparto ha deciso di fermarsi”.
Il presidente dell’Associazione produttori pesca di Ancona, Apollinare Lazzari, ha spiegato che nella giornata di mercoledì 9 marzo si terrà un incontro a Roma, al Ministero. L’obiettivo è quello di far entrare il settore della pesca tra quelli che potrebbero essere inclusi nella ricezione dei sostegni economici con l’approvazione del prossimo decreto. In caso contrario, Lazzari ha sottolineato che i pescherecci continueranno a non prendere il largo: “Così non possiamo più lavorare, i costi superano di gran lunga i guadagni”.
I motivi dello sciopero dei pescatori
In merito alla situazione in essere, si è espresso anche il presidente dell’Associazione armatori Pescara, FrancescoScordella, che ha spiegato che la protesta ha origini precedenti al caro benzina ma è stata esasperata dall’aumento del prezzo del gasolio.
Lo sciopero dei pescherecci, infatti, non riguarda soltanto l’incremento dei prezzi dei carburanti che hanno seguito l’esplosione della guerra in Ucraina ma è anche legato ad altri problwmi che riguardano il settore dell’energia.
Come riferito da Scordella, ad esempio, il costo del carburante è passato dai 30 centesimi di inizio pandemia agli attuali 1,10 euro. Le grandi barche, quindi, hanno bisogno di spendere 2.500 euro al giorno in carburante a fronte dei circa mille euro di poco più di un anno fa. Simili costi sono ritenuti inammissibili e impossibili da sostenere.