Perché le donne ucraine violentate dai russi non possono abortire in Polonia: ancora una volta il popolo ucraino, già martoriato e in fuga dalla guerra, deve subire ulteriori torture anche fuori il proprio paese.
Perché le donne ucraine violentate dai russi non possono abortire in Polonia
Non c’è pace per il popolo ucraino e in particolare per le donne. Nei giorni scorsi dal Centro per le Libertà Civili ucraino è arrivata una forte denuncia: “Le donne ucraine che sono state violentate dai russi e scappate in Polonia non possono abortire lì. Secondo la legge polacca, l’aborto è consentito in caso di stupro, ma non esiste ancora un procedimento penale. Gli psicologi in Polonia la stanno convincendo che una nuova vita è meravigliosa”, ha denunciato Oleksandra Matviichuk, avvocato per i diritti umani e a capo del Center for Civil Liberties.
“Distruggono la vita di entrambi – aggiunge Matviichuk- Abbiamo parlato con i nostri colleghi in Polonia. Condurranno una campagna informativa in modo che le vittime di violenza sessuale sappiano a chi rivolgersi e come possono lasciare la Polonia, se necessario. Poiché lo stupro è il crimine più nascosto, non conosciamo tutti coloro che hanno bisogno di aiuto”.
Dunque, si potrebbe procedere all’aborto in Polonia solo nel caso si dovesse aprire un procedimento penale che però non è ancora stato aperto. La soluzione a stretto giro per le donne ucraine sarà lasciare la Polonia se intendono procedere con l’aborto.
Stupri di guerra in Ucraina, la denuncia delle donne ucraine contro la Russia
Non solo trattative ai tavoli e bombardamenti, la guerra in Ucraina è caratterizza da eventi crudeli e disumani. Ecco che già da diverse settimane si è elevato un grido di aiuto delle donne ucraine.
A pochi giorni dall’invasione russa dell’Ucraina, che ha avuto inizio lo scorso 24 febbraio 2022, le bambine, le ragazze e le donne ucraine sono state abbandonate alle angherie dei soldati inviati dal Cremlino. Facili prede di stupri e sevizie, le donne ucraine rischiano di trasformarsi rapidamente in vittime di una violenza non raccontata, invisibili e abbandonate al loro dramma personale. Troppo spesso, infatti, l’abuso sessuale viene considerato soltanto un effetto collaterale della guerra in cui lo stupro di guerra tende ad assumere i connotati di una nuova, atroce normalità.
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