Perché il Papa non va in Ucraina? È possibile che Bergoglio organizzi un viaggio nel Paese devastato dalla guerra nel prossimo futuro?
Ambasciatore ucraino invita il Papa a visitare Kiev
Perché il Papa non va in Ucraina? Il nuovo ambasciato ucraino in Vaticano, Andriy Yurash, ha invitato il pontefice a “poggiare i piedi sulla terra ucraina”. Nel caso in cui una simile eventualità dovesse verificarsi, è certo che il medesimo trattamento verrebbe riservato anche nei confronti del popolo russo.
In attesa di una decisione in tal senso, Papa Francesco consacrerà Ucraina e Russia al “Cuore Immacolato di Maria” nella giornata di venerdì 25 marzo. L’obiettivo della Santa Sede, infatti, consiste nel lanciare quanto prima un messaggio urgente e importante che si traduce nell’invito ai russi e ucraini di non farsi travolgere dalla spirale dell’odio, dando origine a un conflitto senza fine.
Il sostegno manifestato dal Pontefice all’Ucraina, quindi, non sta a indicare un allontanamento dalla Russia. Al contrario, a metà marzo, il Papa ha avuto un confronto in videochiamata con il patriarca russo Kirill, coinvolgendolo nella “volontà di indicare come pastori una strada per la pace… perché cessi il fuoco”. A questo proposito, un comunicato stampa ha precisato che “entrambi hanno sottolineato l’eccezionale importanza del processo negoziale in corso”.
Perché il Papa non va in Ucraina? Il ripudio della guerra
In relazione alla guerra in Ucraina, Papa Francesco ha recentemente dichiarato: “Non si arresta, purtroppo, la violenta aggressione contro l’Ucraina, un massacro insensato dove ogni giorno si ripetono scempi e atrocità. Non c’è giustificazione per questo! Supplico tutti gli attori della comunità internazionale perché si impegnino davvero nel far cessare questa guerra ripugnante. Anche questa settimana missili e bombe si sono abbattuti su civili, anziani, bambini e madri incinte. Sono andato a trovare i bambini feriti che sono qui a Roma. A uno manca un braccio, l’altro è ferito alla testa. Bambini innocenti. Penso ai milioni di rifugiati ucraini che devono fuggire lasciando indietro tutto e provo un grande dolore per quanti non hanno nemmeno la possibilità di scappare. Tanti nonni, ammalati e poveri, separati dai propri familiari, tanti bambini e persone fragili restano a morire sotto le bombe, senza poter ricevere aiuto e senza trovare sicurezza nemmeno nei rifugi antiaerei. Tutto questo è disumano! Anzi, è anche sacrilego, perché va contro la sacralità della vita umana, soprattutto contro la vita umana indifesa, che va rispettata e protetta, non eliminata, e che viene prima di qualsiasi strategia! Non dimentichiamo: è una crudeltà, disumana e sacrilega”