AstraZeneca ha avviato il ritiro, a livello mondiale, del suo vaccino contro il Covid-19. La motivazione fornita dalla casa farmaceutica anglo-svedese deriva da “un’eccedenza di vaccini aggiornati disponibili” contro le nuove varianti, ma la decisione arriva pochi giorni dopo l’ammissione del rischio di trombosi in seguito alla somministrazione.
A marzo la società aveva annunciato il ritiro volontario dell’autorizzazione all’immissione in commercio nell’Ue e ora, il 7 maggio, l’Agenzia europea per i medicinali ha emesso un avviso secondo il quale il vaccino non è più autorizzato all’uso.
Stop al vaccino AstraZeneca: le motivazioni ufficiali
AstraZeneca ha spiegato che la decisione è stata presa perché ora sono disponili tanti vaccini più recenti, adattati sulla base delle ultime varianti di Covid. Proprio questi preparati avevano portato a un calo della domanda del vaccino della società anno-svedese. Il vaccino, scrive il Guardian, è risultato sicuro ed efficace, ma comportava anche il rischio di un effetto collaterale grave: i casi di trombosi con trombocitopenia si sono verificati in circa due o tre persone su 100mila a cui è stato somministrato il vaccino.
A fine aprile la società aveva ammesso, in documenti giudiziari presentati nel corso di un processo a Londra, che il vaccino può causare trombosi come effetto collaterale, seppur raro. Un’ammissione che potrebbe dar vita a maxi-risarcimenti. Negli scorsi giorni, comunque, un gruppo di persone che aveva presentato il ricorso ha deciso di rinunciarci considerando che i costi legali rischiavano di essere troppo alti a fronte di una possibilità ritenuta molto bassa di ottenere il risarcimento.