Dal 1995 l’Unesco ha dichiarato il centro storico di Napoli patrimonio mondiale dell’umanità, per la sua ricchezza storica, artistica, paesaggistica, monumentale. Negli ultimi anni la città ha investito molto, con fondi soprattutto europei, per valorizzare beni immobili, opere pubbliche e servizi nel centro storico Unesco. Piazze e strade riqualificate, interventi di arredo e decoro urbano, chiese e monumenti ristrutturati e consegnati alla fruizione pubblica quali beni comuni per abitanti e turisti, infrastrutture strategiche. Si è lavorato per rendere il centro storico più vivibile per i napoletani e più attrattivo per i turisti. Si è operato garantendo la straordinaria qualità dei beni tutelati, ma anche la fruizione popolare degli stessi.
La giunta Manfredi però sta mettendo in pericolo concretezza e visione del progetto Unesco. I lavori che avevamo iniziato e finanziato durante la nostra amministrazione procedono a rilento. Alcune opere per le quali tanto avevamo faticato per trovare risorse economiche sono state definanziate o si sono persi i soldi. Diversi beni comuni tutelati da norme e soprintendenze sono utilizzati per fare profitto, affari ed eventi inopportuni se non incompatibili con i vincoli di tutela.
Il turismo non viene governato e turistificazione e gentrificazione mettono a rischio lo stesso progetto Unesco. La mancanza di difesa della fruizione collettiva e popolare e della stessa possibilità dei napoletani di vivere nel centro storico rappresenta un attentato alla città. Napoli è patrimonio dell’umanità anche per il popolo napoletano. L’esistenza dei beni senza il popolo napoletano fa perdere l’unicità del centro storico. Va impedito che interi immobili vengano acquisiti da multinazionali che espropriano i napoletani per fare solo strutture si vacanza.
Si può creare un equilibrio mettendo un limite. Si deve intervenire sul caro fitti e prezzi che costringono le fasce più deboli e popolari ad abbandonare il centro storico e agli studenti di non riuscire più a sostenere le spese. Si devono regolamentare le attività commerciali per impedire un caos incompatibile con la bellezza dei luoghi. L’unico provvedimento a cui aveva pensato Manfredi era quello di impedire i panni stesi nei vicoli di Napoli e ai ragazzi di giocare a pallone e questo la dice lunga sul fastidio che gli provoca il popolo napoletano. Poi con il progetto di privatizzazione di beni comuni di valore ci sono tutti gli ingredienti per ritenere che è in atto un attacco allo spirito e al corpo del progetto Unesco.