Trump ha detto che sono già in atto trattative con Mosca per arrivare alla pace. Zelensky è furioso perché dai negoziati è stata esclusa l’Ucraina e, in effetti, mi sembra che non abbia torto.
Dario Pomelli
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Gentile lettore, si sapeva fin dall’inizio che sarebbe finita così. Era chiaro da subito che si trattava di una guerra per procura dell’America alla Russia. L’Ucraina ha svenduto la sua sovranità quando ha accettato di fare una guerra totalmente finanziata e armata dagli USA e dalla Nato. Si è venduta e adesso paga per quel tragico errore. Quanto alle trattative, ricordo che la Russia era disposta a trattare fin dai primi giorni di guerra e che intensi negoziati si svolsero in Bielorussia e in Turchia. A fine marzo 2022 si arrivò a una dettagliata bozza d’accordo. Poi intervennero Johnson e Biden che impedirono a Zelensky di controfirmare la pace. Zelensky fece anche di più: vietò per legge di trattare con la Russia finché Putin ne fosse stato a capo. Ora Putin replica che non tratterà con un presidente scaduto nel maggio del 2024. Un accordo di pace firmato da Zel non avrebbe valore legale e potrebbe essere contestato in qualsiasi momento. La Costituzione ucraina prevede che nell’impossibilità di convocare le elezioni, le funzioni siano esercitate dal presidente della Rada, cioè del parlamento. Zelesnky non ha ceduto i poteri e quindi è abusivo. Quello che dovrebbe preoccuparci di più, però, non è la sorte di Zelensky, che forse finirà in esilio in Usa o in Uk, ma quella dell’Europa, che è la vera, grande sconfitta di questa guerra e che ne esce annichilita sul piano economico e politico.