Atlantismo, europeismo e supporto all’Ucraina. Stando a sentire quanto ha detto nei giorni scorsi Silvio Berlusconi, deciso a rincuorare i preoccupati partner Occidentali per una possibile vittoria alle urne di Lega e Fratelli d’Italia, questi sono i baluardi fondanti del Centrodestra.
Peccato che non sembra pensarlo allo stesso modo Matteo Salvini che ieri è tornato a sorprendere tutti rivelando che, a suo dire, le sanzioni che l’Unione europea ha inflitto – e continua a infliggere – alla Russia di Vladimir Putin sono un fallimento sia strategico che politico.
Parlando di queste misure adottate per far desistere lo zar dal proseguire l’insensata guerra in Ucraina, il Capitano si è lasciato andare rivelando che “bisogna guardare i numeri: l’avanzo commerciale della Russia è arrivato a 70 miliardi di dollari, per la prima volta nella storia il sanzionato ci guadagna”. Insomma per Salvini le sanzioni a Putin sono un flop.
Per Salvini le sanzioni a Putin sono un flop. Sbugiardato Berlusconi
Parole pronunciate nel corso del summit di Rimini in cui si è confrontato con gli altri leader dei partiti italiani, con la sola eccezione del Movimento 5 Stelle che non è stato neanche invitato, che hanno lasciato di sasso tutti i presenti. Ma se qualcuno potrebbe pensare a uno strafalcione, poco dopo il segretario della Lega ha insistito: “Chiedo di valutare l’utilità dello strumento: se funziona andiamo avanti ma se funziona al contrario rischiamo di andare avanti dieci anni”.
Questo è “uno strumento che doveva dissuadere Putin nell’attacco ma che finisce con il favorirne l’economia” ha insistito Salvini prima di concludere il suo discorso: “Non vorrei che le sanzioni stiano alimentando la guerra. Spero che a Bruxelles stiano facendo una riflessione”, conclude con l’ennesima bacchettata all’Unione europea.
Ma davanti a queste parole, tra l’altro pronunciate da Salvini che non è nuovo a sparate simili e che ha sempre dimostrato un certo fascino per la Russia di Putin, c’è da chiedersi se il Cavaliere ha davvero capito con chi si è alleato oppure se lo ha sempre saputo ma ha provato a dissimularlo. Ma soprattutto c’è da chiedersi come potrà il Centrodestra, composto da partiti che esprimono posizioni tanto distanti, riuscire a stare insieme e, soprattutto, a gestire una scena internazionale tanto complessa come quella che stiamo vivendo in questi giorni.