“Per risolvere la crisi in Ucraina e quella in Medio Oriente, l’unica ricetta sono i colloqui di pace”. La Cina si propone come mediatrice nei conflitti

"Per risolvere le crisi in Ucraina e Medio Oriente, l'unica ricetta sono i colloqui di pace". La Cina si propone come forza mediatrice

“Per risolvere la crisi in Ucraina e quella in Medio Oriente, l’unica ricetta sono i colloqui di pace”. La Cina si propone come mediatrice nei conflitti

Con l’occidente che ha abbandonato il proprio ruolo di mediatore nei conflitti che agitano la comunità internazionale, è la Cina, tanto in Ucraina quanto in Medio Oriente, a farsi promotrice di iniziative di pace. Per risolvere “la crisi in Ucraina e il conflitto tra Israele e Palestina, i colloqui di pace e la soluzione politica sono l’unica soluzione”, ha spiegato il ministro della Difesa cinese, Dong Jun.

Lo stesso ha spiegato che devono essere i Paesi maggiormente sviluppati ad “assumere l’iniziativa di salvaguardare la sicurezza globale”, in quanto è necessario sostenere “l’equità, la giustizia, lo stato di diritto internazionale e rafforzare l’autorità dell’Onu” al fine di prevenire ulteriori aggravamenti delle crisi.

“Per risolvere la crisi in Ucraina e quella in Medio Oriente, l’unica ricetta sono i colloqui di pace”. La Cina sfrutta l’impasse dell’Occidente per proporsi come mediatrice nei conflitti

Dong ha spiegato che “per risolvere” gli attuali conflitti “l’unica via è quella di promuovere la pace e la negoziazione”. Inoltre il ministro della Difesa cinese ha anche esortato a prendere misure contro “la proliferazione di concetti di sicurezza nazionale”, tanto in voga in occidente e soprattutto negli Usa dove da tempo è stato bloccato l’accesso di Pechino alla tecnologia avanzata, per garantire che “le nuove tecnologie possano avvantaggiare meglio l’intera umanità”.

“La Cina è disposta a unirsi ai dialoghi internazionali sulla cooperazione per la sicurezza, a esplorare i giusti modi di governance” sulla base del principio che “Paesi grandi o piccoli, sviluppati o in via di sviluppo, dovrebbero avere uguali diritti a partecipare agli affari internazionale”, ha aggiunto Dong assicurando anche che la Cina intende stringere più legami “con i Paesi vicini per salvaguardare la sicurezza nazionale”, incluso “l’ampliamento delle relazioni militari con i Paesi in via di sviluppo”.

Collaborazioni che, conclude Dong, devono essere la base per “un nuovo modello di partenariato per la sicurezza” che si estenda “nelle profondità, nelle regioni polari, nello spazio esterno e nell’intelligenza artificiale”.