Napoli capitale dello sport 2026 è uno dei frutti più importanti di visione, progettazione e concretezza amministrativa. Nel 2011 appena eletto sindaco pensai subito che la vetrina delle bellezze della nostra meravigliosa città potesse essere il volano per la sua rinascita. Turisti? Zero! Eventi musicali, culturali o sportivi? Gli artisti scappavano a gambe levate e gli organizzatori internazionali avevano negli occhi il devastante scenario dei rifiuti. Furono rimossi, ma l’immagine di Napoli nel mondo era ancora “munnezza e Gomorra”.
La scelta – non facile – di liberare il lungomare dalle auto si rivelò azzeccatissima. Il connubio bellezza, mare, sport indicò la strada della ripartenza di Napoli. Due edizioni dell’America’s Cup e di Coppa Davis furono qualcosa di potente e vincente che rimisero la città sulla cartina geografica delle più importanti rotte internazionali, ma quante velenose e ingiuste critiche per quelle che venivano definite le “coppette“ soprattutto da una borghesia sonnacchiosa e opulenta che doveva lasciare a casa i SUV con cui scorazzava su via Caracciolo, dove invece ospitammo lo sprint dell’arrivo del Giro d’Italia, le esibizioni dello skate e addirittura dei cavalli al trotto.
E quanta fatica per aprire a Scampia lo stadio Landieri con un campo di calcio realizzato con il materiale recuperato dai pneumatici, così come per il rugby a Barra, le piscine in periferia, gli adeguamenti funzionali del Maradona, del Palabarbuto, della Scandone, del Palavesuvio con le gare internazionali di ginnastica (tutto questo con pochi soldi e pochi sponsor soprattutto “istituzionali”). Poi è arrivata l’Universiade e oggi la designazione di Napoli capitale dello sport 2026. La città è stata vincente non solo per la sua bellezza e forza naturale, ma anche per la capacità che abbiamo avuto di organizzare eventi e fare squadra, senza le quali non sarebbe mai stata scelta. Grandi complimenti alla città sono arrivati dalle massime cariche delle organizzazioni mondiali dello sport.
Così come arrivarono grandi ostacoli da pezzi importanti della politica, dei media e dei poteri forti istituzionali e non, che fecero di tutto per evitare il decollo di Napoli. Per poi oggi “mangiarci sopra” come sono abituati a fare. Vediamo se con i soldi ricevuti e che arriveranno riuscirà l’amministrazione Manfredi, che ha avuto “il cocco ammunnato e buono”, a dare una risposta a tutti quegli impianti che necessitano ancora di cura e impegno, come ad esempio il Mario Argento e il Paladennerlein.