“Escludo nel modo più assoluto che oggi la mafia sia in grado di condizionare lo Stato in qualche sua articolazione”. E’ quanto ha detto a Radio24 il procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero De Raho. I detenuti – ha aggiunto – potevano essere assegnati a centri di cura penitenziari invece si è optato per i domiciliari perché ci si è lasciati prendere dal timore del contagio. In questi casi non si è evidenziato che il detenuto al 41bis si trova in isolamento, è evidente che non può essere contagiato e contagioso, infatti uno dei primi provvedimenti che adottò il ministero della Giustizia fu l’esclusione dei colloqui visivi sostituendoli con i colloqui telefonici, per la verità non si comprende perché anche per i detenuti al 41bis ci fosse questa preoccupazione, bastava un termoscanner quando la polizia penitenziaria entrava”.
“Il regime del 41bis non si tocca – ha aggiunto il procuratore nazionale antimafia -, è l’edilizia penitenziaria che va spinta, se l’esigenza è questa è una esigenza a cui bisogna far fronte. Il 21 marzo c’è stata una nota dell’amministrazione penitenziaria rivolta agli istituti penitenziaria in cui si diceva che rea necessario esaminare le condizioni di salute dei singoli detenuti e tramettere ai tribunali di sorveglianza perché valutassero la compatibilità della protrazione della detenzione in questo momento di rischio, di questa nota la Direzione nazionale antimafia ha appreso l’esistenza solo il 21 aprile”.