Un rischio per la privacy. Lo stravolgimento del codice civile. Troppo potere concesso ai gestori di energia elettrica. E addirittura una punizione penale in caso di autocertificazione imprecisa. Il canone Rai inserito in bolletta elettrica sta elettrizzando anche il dibattito politico. Perché dall’1 luglio dovrebbe essere in vigore la nuova normativa. Dovrebbe, perché in Parlamento la battaglia è furiosa. Forza Italia parla – attraverso il capogruppo a Montecitorio Renato Brunetta – di “imposta espropriativa” inserita da Governo. Così alla Camera le opposizioni cercano di inchiodare l’Esecutivo, proponendo delle mozioni per smontare l’impalcatura della riforma prevista dalla Legge di Stabilità. Ma che a distanza di quattro mesi è ancora in alto mare. “Sono molte le criticità per i cittadini circa i termini e le modalità di riscossione”, denuncia il gruppo forzista a Montecitorio.
Offensiva congiunta
Sul canone Rai in bolletta si è creato addirittura l’inedito asse Forza Italia-Movimento 5 Stelle. Anche i pentastellati, infatti, hanno sottoposto una mozione all’attenzione dell’Aula. Il deputato azzurro, Simone Baldelli, ha dato voce alla protesta. Scrivendo sei interrogazioni a cui il Governo non ha dato risposta. “Noi vogliamo tutelare i consumatori e gli utenti, non certo gli evasori”, puntualizza a La Notizia. Il problema è anche relativo all’affidabilità delle società che gestiscono il servizio elettrico che dovranno caricare il costo del canone in bolletta. “Ma perché – incalza Baldelli – il Governo Renzi vuole dare potere di riscossione alle società che già hanno combinato un po’ di pasticci con i conguagli?”. La deputata dei 5 Stelle, Carla Ruocco, punta il dito contro “la presunzione legale degli apparecchi su cui è potenzialmente possibile vedere i canali Rai”. “Non è detto – aggiunge la componente del direttorio – che il possesso di un telefonino significhi in automatico la visione della tv di Stato. Faccio l’esempio della signora anziana, che ha un telefonino per essere in contatto con i familiari. Su quale base bisogna presumere che lo usi per vedere la Rai?”. Il pericolo è quindi quello di ingenerare caos nelle autocertificazioni per l’esenzione. Con la possibilità di mettere sotto inchiesta le persone colpevoli di “dichiarazione mendace”, anche solo per inesattezze. La richiesta dei 5 Stelle è chiara: non bisogna presentare l’autocertificazione per dimostrare di non avere l’apparecchio. Ma al contrario scriverla per dimostrare che è in possesso.
Gli altri rischi del canone Rai in bolletta
La questione tocca anche la privacy: “L’incrocio delle banche dati di innumerevoli soggetti pubblici e privati ed il continuo flusso di informazioni sensibili costituisce un problema di privacy per molte famiglie e singoli cittadini. E aumenta notevolmente il rischio di commettere errori nell’identificazione dei soggetti intestatari delle bollette del canone radiotelevisivo”, sostiene Brunetta nella mozione. Il collega di partito Baldelli non manda giù nemmeno il “rafforzamento dell’onere della prova”. Ossia il fatto che l’utente deve produrre un’autocertificazione sul non possesso di apparecchi sottoponibili al canone. Con conseguenze penali in caso di errori. “Mentre ora basta solo una lettera”, spiegano da Forza Italia. Per questo l’obiettivo degli azzurri è la cancellazione della riforma. O almeno dell’individuazione di un nuovo meccanismo da parte del Governo. Per impedire “l’esproprio” denunciato da Brunetta.