Nasce la nuova Commissione europea. Prima di affrontare il ruolo e la carica assegnati a Raffaele Fitto, Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento Cinque Stelle, ci dice cosa pensa della squadra di Ursula von der Leyen?
“Siamo delusi. Siamo passati da una Commissione che scommetteva sulla transizione sostenibile a una che punta su difesa, austerity e competitività che poi è una parola vuota che piace solo alle lobby. L’Italia perde la delega pesante del Commissario per l’Economia e prende invece quelle assegnate in precedenza a un Paese piccolo e non fondatore dell’Ue come il Portogallo. Tra l’altro, la delega delle Riforme è stata svuotata dai controlli sul PNRR visto che quel portafoglio è stato assegnato anche a Dombrovskis, il vero vincitore di questo giro di nomine. A vigilare sul rispetto dei rigidissimi vincoli del nuovo Patto di Stabilità sarà infatti lui, il falco dell’austerity. Io al posto di Giorgetti e Meloni mi preoccuperei, questo è un messaggio chiaro che Bruxelles lancia a Roma”.
Von der Leyen ha indicato la volontà di seguire “le raccomandazioni del rapporto Draghi” per un’Europa “più fluida, più interconnessa, più coordinata”. Ma Draghi nel suo rapporto ha puntato molto su investimenti nella Difesa e nucleare. Che ne pensa?
“Fatico a vedere una grossa differenza fra Ursula von der Leyen e Mario Draghi: entrambi non rappresentano i cittadini, ma potenti lobby e interessi corporativi. Non a caso Draghi scrivendo il suo rapporto non si è confrontato con i sindacati, ma solo con la Confindustria europea. Siamo molto preoccupati sia per il cambio di passo sul Green Deal sia per l’accelerazione sul nucleare. Draghi lo sa che metà delle centrali nucleari francesi sono chiuse perché mancano i fondi per ristrutturarle? Chi paga tutti questi miliardi? E soprattutto, dove verranno messe le scorie nucleari?”.
E veniamo a Fitto. Sarà vicepresidente esecutivo con delega alla Coesione e alle Riforme. E gestirà i fondi dei Pnrr insieme a Dombrovskis. è poco, tanto, meritato soprattutto?
“In passato come ministro, Fitto ha dimostrato una chiara incapacità gestionale in particolare nella distribuzione delle risorse del Pnrr, a danno del Sud Italia e di settori fondamentali come sanità, infrastrutture e viabilità. Affidare ruoli di responsabilità europea a chi ha fallito nella gestione di fondi strategici è un errore inaccettabile che Ursula von der Leyen pagherà caro. Lei ha ignorato i rilievi importanti e autorevoli arrivati dalla Corte dei Conti europea che di fatto hanno sfiduciato il lavoro di Fitto sullo stato di avanzamento del PNRR che lui gestiva quando era ministro. L’Italia finora ha ricevuto il 46% dei fondi ottenuti da Giuseppe Conte nel 2020 nella trattativa europea sul Next Generation EU, ma solo il 34% degli obiettivi europei sono stati raggiunti. Di fatto siamo al palo, peggio di noi fa solo la Polonia. Se Fitto come ministro è andato così male, perché dovrà fare meglio come Commissario?”
Liberali, Verdi e Socialisti hanno deplorato la scelta di Fitto alla vicepresidenza esecutiva. Voi che farete?
“Il Movimento 5 Stelle boccerà sia la nuova Commissione europea sia la candidatura di Raffaele Fitto. Ci opporremo con determinazione a una visione di Europa sempre più distante dalle reali esigenze dei cittadini. Fitto ha tagliato i fondi del PNRR al Sud Italia e si è giustificato dicendo che quei progetti verranno poi recuperati con fondi del bilancio nazionale. Una bugia. Il governo per rispettare i vincoli del nuovo Patto di Stabilità ha la coperta corta già adesso, quelle di Fitto sono promesse da marinaio. Ahimé il Sud perderà quegli investimenti”.
Riuscirà Fitto a liberarsi dalla narrazione sovranista del suo governo?
“Ci stanno provando da un po’, basta vedere tutte le veline passate ai giornaloni sul presunto voto a favore al Commissario Gentiloni, una fake news bella e buona visto che la Commissione per i problemi economici, dove si tenne l’audizione, non votò ma decise per consenso nella riunione dei coordinatori dove Fratelli d’Italia non sedeva. Io piuttosto chiederei a Fitto come mai Giorgia Meloni nel 2019 aveva definito un inciucio la nomina di Gentiloni da parte del governo Conte. Non è un inciucio oggi quello di Meloni, Tajani e Salvini che chiedono il voto del Pd, dei socialisti e verdi al loro Commissario? La Meloni è schiava delle proprie contraddizioni e purtroppo a pagarne le spese è il nostro Paese”.