Per Confindustria la disoccupazione in Italia non esiste. O, almeno, non è un problema. Carlo Bonomi, presidente degli industriali, in audizione in Parlamento sulla manovra afferma che non gli interessa “la minore Ires se sto assumendo, perché non abbiamo problemi in questo momento di occupazione”.
Anzi, spiega Bonomi, “abbiamo mancanza di profili, mancano 800mila profili”. Secondo il presidente di Confindustria gli incentivi per le assunzioni non sono una mossa giusta: “Ritengo non corretto utilizzare risorse pubbliche come imprenditore perché creare posti lavori e assumere è il mio mestiere. Prendere soldi pubblici per fare il mio mestiere non mi piace”.
Per Confindustria la disoccupazione non c’è
Bonomi, quindi, afferma che in Italia non c’è un problema di occupazione, anzi il punto riguarda la mancanza di profili. Due cose, però, diverse, considerando che se mancano profili è per un discorso di competenze mancanti o di lavori meno attrattivi. L’altra cosa che Bonomi omette o non considera riguarda però i salari.
Il presidente di Confindustria, infatti, non si pone la domanda essenziale: perché non riesce ad assumere? Molto spesso, infatti, il motivo principale potrebbe riguardare i salari. Che, in Italia, sono tra i più bassi d’Europa e neanche di fronte all’inflazione record crescono a sufficienza. Non a caso, l’Italia è l’unico Paese Ocse nel quale non crescono i redditi reali nell’ultimo trimestre.
Inoltre, dire che in Italia non c’è un problema di occupazione è un controsenso: basterebbe guardare i dati per capire che non è così. Per quanto il mercato del lavoro sia in miglioramento dal dopo pandemia, è però da segnalare che il tasso di disoccupazione in Italia è tra i più alti in assoluto in Ue, raggiungendo picchi altissimi soprattutto per quanto riguarda i giovani e le donne. Ma per Bonomi la disoccupazione non è un problema.
Il giudizio di Bonomi sulla manovra
Il presidente di Confindustria è chiamato, in audizione presso le commissioni Bilancio di Camera e Senato, a dare un giudizio sulla legge di Bilancio che lui stesso ha definito “ragionevole nella misura in cui concentra le poche risorse disponibili sulla riduzione per il 2024 del cuneo contributivo”.
C’è però dall’altra parte un grosso problema, tanto che Bonomi ritiene la manovra “incompleta vista la sostanziale assenza di sostegni agli investimenti privati e a una strategia finalizzata alla crescita e alla competitività”. Per Bonomi “in questo momento bisogna sostenere le famiglie a basso reddito”, per cui è ritenuto positivo aver voluto confermare il taglio del cuneo e ridurre le aliquote Irpef: “Stimiamo che tra i 9 mila e i 35 mila euro di reddito si avrà un effetto benedico tra i 560 euro e i 1.400 euro”.
Bonomi si dice preoccupato per il “calo degli investimenti” che quest’anno, dopo due anni molto positivi, stanno rallentando. Per il presidente degli industriali si potrebbe, inoltre, trovare le risorse per le riforme riconfigurando “il 4-5% della spesa pubblica”, a partire dai fondi per Industria 5.0.