L’innalzamento delle pensioni minime ad almeno mille euro è uno storico cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. Proposto più volte negli anni e ritornato alle ultime elezioni politiche, quelle di settembre del 2022, quando l’ex leader di Forza Italia prometteva di aumentare l’assegno previdenziale ad almeno mille euro.
Dopo la scomparsa di Berlusconi a rilanciare la sua storica proposta è il coordinatore di Forza Italia, Antonio Tajani. “Ci batteremo in tutte le sedi, dal governo, per arrivare ad avere le pensioni minime a mille euro, ricordando quello che voleva il nostro presidente”.
La promessa di Tajani sulle pensioni minime a mille euro
Durante la conferenza stampa in cui Tajani ha parlato del futuro di Forza Italia, non è mancato un riferimento all’azione del partito all’interno della coalizione di governo e alla battaglia storicamente portata avanti dal suo fondatore. Il coordinatore azzurro e vicepresidente del Consiglio garantisce che Fi continuerà a sostenere lealmente il governo “per realizzare i sogni di Berlusconi”. Tra cui proprio l’innalzamento delle pensioni minime.
Tra le proposte care all’ex presidente del Consiglio che Forza Italia porterà avanti ci sarà, oltre all’aumento delle pensioni minime da conseguire “entro la fine della legislatura”, anche la riduzione della pressione fiscale, insieme alle riforme istituzionali e alla riforma della burocrazia, come sottolineato ancora da Tajani.
Anche Sandra Savino, sottosegretaria all’Economia, rilancia la proposta di aumentare le pensioni minime, da accompagnare con le altre proposte storiche di Berlusconi, come l’abbassamento della pressione fiscale. Il problema di fondo, però, resta lo stesso che si è già presentato con l’ultima legge di Bilancio: al di là delle buone intenzioni, i soldi per aumentare così tanto le pensioni minime (che per gli over 75 oggi arrivano a 600 euro) non ci sono. E ne servirebbero davvero tanti, diversi miliardi di euro secondo alcune stime.