Il 2023 doveva essere l’anno della riforma delle pensioni. Il governo guidato da Giorgia Meloni aveva promesso un intervento sul tema, avviando anche un tavolo che la ministra del Lavoro, Marina Calderone, non ha poi portato avanti. Gli incontri con i sindacati e le parti sociali non hanno portato a una soluzione e si è sempre rinviato ai mesi successivi.
Una volta capito che le risorse per superare la legge Fornero con una riforma organica del sistema previdenziale non c’erano, il governo ha deciso di far slittare la discussione. Per il 2024 l’esecutivo e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, si sono limitati a mettere in campo dei mini-anticipi per l’uscita dal lavoro, misure che in realtà sono più penalizzati rispetto a quelle degli scorsi anni e che avvicinano un ritorno completo alla legge Fornero.
Al di là degli anticipi sotto forma di quote o di Ape social e Opzione donna, resta senza risposta la domanda sulle tempistiche della riforma strutturale del sistema pensionistico. Tema su cui, rispondendo ai giornalisti, è tornato oggi il sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon. Senza fornire, però, un reale chiarimento su cosa e quando farà il governo.
Riforma delle pensioni, anche per il 2024 sembra irrealizzabile
Durigon viene intercettato a margine della seduta sulla manovra in Senato e i giornalisti gli chiedono se il 2024 sarà l’anno di una vera riforma delle pensioni: “Noi ci stiamo ragionando – risponde il sottosegretario – abbiamo fatto tavoli di confronto con sindacati e con parti datoriali”.
Il punto, secondo Durigon, è che “ci sono discrepanze tra di loro: c’è chi vuole Quota 41, come i sindacati, e chi non la vuole come Confindustria. Una forma di riforma globale con il sistema contributivo è nelle corde di una sostenibilità e potremo verificarne le condizioni entro il prossimo anno”.
Il che vuol dire che anche per il prossimo anno un percorso che porti a una riforma delle pensioni è tutt’altro che semplice, considerando sia le scarse risorse a disposizione che le regole stringenti del nuovo Patto di stabilità. Oltre che le differenze di veduta politica. In ogni caso, il sottosegretario al Lavoro assicura: “Durante la legislatura sicuramente” ci sarà la riforma. Ma intanto anche nel 2024 la prima promessa della Lega potrebbe essere rinviata.