Sulle pensioni il flop del governo per il 2024 è praticamente certo. E di fatto lo ha ammesso lo stesso esecutivo nelle sue previsioni per le uscite anticipate. In attesa di una riforma delle pensioni che la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, vuole realizzare entro la fine della legislatura, senza fretta, intanto è chiaro il flop del 2024.
Le uscite anticipate, con le restrizioni introdotte dal governo, sono quasi azzerate. Altro che superamento della legge Fornero, insomma: quest’anno, infatti, di pensioni anticipate ce ne saranno ben poche, come ricorda anche il Sole 24 Ore.
Pensioni, il flop delle uscite anticipate nel 2024 è già certo
Per quanto riguarda l’Ape social, con la soglia anagrafica alzata a 63 anni e 5 mesi, sono attese solamente 14.700 uscite. Numeri risicati rispetto agli scorsi anni. L’Ape social, nato nel 2017, vale per alcuni lavoratori che vogliono lasciare in anticipo: possono accedere disoccupati, caregivers, chi ha una invalidità civile almeno al 74% e lavoratori gravosi.
Possono lasciare il lavoro in anticipo rispetto ai requisiti ordinari ricevendo un assegno ponte fino al raggiungimento delle soglie (come quella di vecchiaia a 67 anni). Dal 2017 al 2013 sono state circa 110mila le uscite con questo strumento, con un’età media di 64 anni.
C’è poi l’Opzione donna: prima delle restrizioni del 2023 era una misura molto utilizzata, con 174mila adesioni tra il 2010 e il 2022. Ma le restrizioni introdotte già per il 2023 (sempre dal governo Meloni) l’hanno trasformata in una misura per pochissime lavoratrici. Che nel 2024, infatti, costerà solamente 16,1 milioni.
C’è poi la Quota 103: il governo prevede 17mila uscite a 62 anni e 41 di contributi, ma con il nuovo ricalcolo contributivo è plausibile che il numero degli aderenti sia persino minore. Nel 2023 la Quota 103 ha visto, fino al 30 settembre, soltanto 16.500 domande, ovvero il 40% di quanto atteso. Se si rimanesse su queste percentuali rispetto alle previsioni, nel 2024 le uscite potrebbero essere ben meno di 10mila.
D’altronde la Quota 103 con penalizzazioni (il ricalcolo contributivo) pesa poco sui conti dello Stato: soltanto 149 milioni. Così come l’Ape sociale, la cui quota scende a 85 milioni. Già in queste cifre, quindi, è racchiuso un fallimento annunciato sulle pensioni anticipate: altro che superamento della Fornero.