Pochi stipendi e tante pensioni. Non è solo la situazione dei lavoratori italiani, ma alla Camera e al Senato questa tendenza è più accentuata che nel Paese. Sono, infatti, più i vitalizi e le pensioni percepite dai parlamentari delle indennità che gli stessi deputati e senatori ricevono.
Come racconta la Repubblica, il costo delle pensioni ha ora superato quello degli stipendi dei lavoratori. E la spesa per gli stipendi dei parlamentari è stata ormai di molto superata da quella per pensioni e vitalizi.
Neanche i tagli sono bastati ad arginare l’aumento delle spese, anzi. Il taglio dei parlamentari del 2022 ha portato un calo del numero degli eletti e, di conseguenza, una crescita repentina di richieste di pensioni, facendo così salire la spesa per vitalizi e trattamenti previdenziali. Tra l’altro a questo si aggiunge il fatto che il taglio dei vitalizi è già stato cancellato dal Senato, con tanto di restituzione delle somme.
Vitalizi e pensioni più costosi degli stipendi in Parlamento: le cifre
Oggi Camera e Senato spendono quindi per i vitalizi (pre-2012) e per le pensioni più di quanto spendano per indennità ed emolumenti dei parlamentari in carica. Partiamo da Palazzo Madama, dove il bilancio di previsione del 2024 stima una spesa per i 1.280 ex senatori (o loro parenti) di 64 milioni. Per gli stipendi, invece, la spesa è inferiore ai 50 milioni.
Discorso simile a Montecitorio, per i 2.300 ex deputati: per vitalizi e pensioni la spesa prevista è di 148 milioni contro gli 89 stimati per gli stipendi dei deputati in carica. Ovviamente la spesa per gli stipendi è scesa con il taglio dei parlamentari, ma la spesa pensionistica è invece aumentata nonostante il taglio (dal 2012) dei vitalizi e il ricalcolo contributivo, oltre che la pensione a 65 anni con cinque anni di attività parlamentare.
L’assegno è stato ridotto: con il vitalizio eravamo intorno agli 8mila euro lordi al mese, ma con una sola legislatura si ha invece una pensione da 1.700 euro al mese e con due da circa 3mila euro al mese.
L’impennata dei costi per le pensioni deriva dal fatto che gli eletti sono diminuiti e che gli ex deputati e senatori che hanno chiesto l’assegno sono quindi aumentati, non essendo tornati in Parlamento. Alla Camera per vitalizi e pensioni la spesa nel 2019 era di 134 milioni, oggi sono 14 in più. Al Senato nel 2019 servivano 45 milioni e oggi siamo arrivati a 64.