Pensioni, altro che superamento della Fornero: le destre pronte a cancellare l’uscita anticipata

Dal superamento della Fornero alla cancellazione delle pensioni anticipate, per il governo e Matteo Salvini il passo può essere breve.

Pensioni, altro che superamento della Fornero: le destre pronte a cancellare l’uscita anticipata

Era uno dei cavalli di battaglia della Lega e di Matteo Salvini in campagna elettorale, ma ormai il superamento della legge Fornero in tema di pensioni è sparito dai radar. Inevitabile, considerando che le risorse oggi proprio non ci sono. E sarebbe quindi inutile parlare di una riforma semplicemente inesistente. 

Non solo, perché – come ricorda la Repubblica – bisognerà vedere anche che fine farà il pacchetto da 630 milioni di euro in scadenza a dicembre, con il rischio che non vengano confermate le misure in tema previdenziale attualmente in vigore. 

Pensioni, quali sono le misure a rischio per il 2025

A rischio c’è la Quota 103, che già per quest’anno era valida solo con importanti penalizzazioni e per questo ha avuto ben poco successo. Ma potrebbero non essere confermati neanche l’Ape sociale e l’Opzione donna, anzi quel poco che ne resta considerando che è già quasi stata smantellata dal governo. Si teme pure per l’aumento delle pensioni minime, caro a Forza Italia. 

La promessa leghista e salviniana di abolire la legge Fornero è ormai sparita, anche se nel Carroccio si continua a sostenere che l’obiettivo può essere raggiunto entro la fine della legislatura. C’è tempo, è vero, ma le risorse continuano a mancare. Non solo, perché anche il sistema delle Quote sembra destinato a sparire.

Non è un caso che il tavolo sulle pensioni quest’anno non è mai stato convocato. Il motivo è semplice: i soldi non ci sono. Tanto più con una manovra che già parte con un doppio fardello: oltre 15 miliardi necessari per confermare il taglio del cuneo fiscale e la riforma dell’Irpef, più una decina di miliardi per la procedura per deficit eccessivo. 

Il rischio tagli e le nuove misure

Il rischio di un nuovo anno di tagli in tema di pensioni è quindi dietro l’angolo. In teoria nel 2025 dovrebbe tornare il sistema di indicizzazione all’inflazione più favorevole, ma è probabile che anche quest’anno – come negli ultimi due – il governo lo cancelli. Anche se per il 2025 l’inflazione molto più bassa richiederebbe una spesa molto meno ingente. 

Intanto il governo pensa a una strategia diversa: invece di finanziare l’uscita anticipata, vorrebbe incentivare i lavoratori a restare, almeno per alcune professioni come quelle sanitarie. Nel frattempo, però, il taglio delle nuove pensioni c’è già stato con il governo Meloni: sono scese di 40mila lo scorso anno, dopo i 27mila in meno nell’anno precedente. Altro che superamento della Fornero.