Il Def che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, sta preparando metterà nero su bianco tutte le difficoltà del governo in vista della prossima manovra. E, quasi certamente, confermerà l’impossibilità di mettere in campo la tanto attesa riforma delle pensioni. Così, per il prossimo anno, il governo dovrà pensare a una nuova forma di uscita anticipata dal lavoro, che sia la Quota 104 o una proroga delle misure attualmente in vigore. Con buona pace soprattutto del partito dello stesso Giorgetti: la Lega, infatti, con Matteo Salvini ha più e più volte chiesto – sin dalla campagna elettorale – una riforma delle pensioni che portasse a forme più vantaggiose di uscita anticipata. Ipotesi che oggi sembra quanto mai lontana.
Nessuna indicazioni in tema di pensioni dovrebbe essere infatti contenuto nel Def asfittico annunciato da Giorgetti, che ha già messo le mani avanti. Per il 2025, quindi, si valuterà anche l’ipotesi di una proroga delle regole per l’uscita anticipata in vigore quest’anno. Mentre sembra da accantonare, già da ora, la proposta della Lega che continua a chiedere la Quota 41, quasi impossibile da realizzare con le coperture attualmente previste.
Pensioni, cosa può succedere nel 2025: dalla Quota 104 alla proroga delle misure
Per il 2025 la prima opzione è quella di una proroga della Quota 103 così com’è prevista oggi, ovvero con l’assegno calcolato integralmente con il sistema contributivo fino alla pensione ordinaria e anche un tetto all’assegno. Novità che hanno reso ancora meno conveniente una misura che già era risultata essere poco attrattiva nel 2023. L’alternativa, al momento, è quella della Quota 104. Che vorrebbe dire lasciare il lavoro con 63 anni di età e 41 di contributi, un’opzione che però la Lega ha già scartato per il 2024 preferendo la stretta sulla Quota 103. Sul punto potrebbe scattare una nuova battaglia interna alla maggioranza quando si avvicinerà la scrittura della manovra autunnale.
Le altre scadenze di fine anno
Sulle pensioni, con la riforma ben lontana, il governo dovrà valutare a fine anno diverse misure in scadenza. Non solo la già citata Quota 103 con le penalizzazioni, ma anche l’Ape sociale e l’Opzione donna, entrambe confermate solo fino alla fine del 2024.
Va detto che entrambe le misure già oggi sono ben poco attrattive dopo le due strette dell’ultimo anno: all’Ape social si può accedere solamente a 63 anni e 5 mesi e all’Opzione donna soltanto a 61 anni. Non a caso per quest’anno si attendono solamente 14.700 uscite anticipate con questi due strumenti: 12.500 dall’Ape social e 2.200 dall’Opzione donna. Ben poca cosa, insomma. E per il 2025 la situazione potrebbe persino peggiorare.