La prima vera manovra targata Giorgia Meloni non solo non manterrà le promesse su tanti temi, ma potrebbe portare addirittura un ulteriore taglio alle pensioni. Sicuramente sulla rivalutazione degli assegni, ma forse anche sull’uscita anticipata dal lavoro.
Venerdì sindacati e Confindustria sono convocati a Palazzo Chigi per parlare proprio della legge di Bilancio, ma intanto il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha fatto il punto della situazione in audizione in commissione. La legge di Bilancio avrà quattro pilastri: la conferma del taglio del cuneo fiscale, la rimodulazione dell’Irpef con l’accorpamento di prima e seconda aliquota, un pacchetto famiglia per rafforzare l’assegno unico e il rinnovo dei contratti dalla Pa, partendo dalla sanità. E le pensioni?
Pensioni, altro che riforma: il governo pronto a tagliare
Sulle pensioni Giorgetti non dice nulla, se non che valgono il 16% del Pil. E che serviranno, in generale, dei tagli. Che potrebbero riguardare proprio la previdenza. A partire dalla rivalutazione degli assegni medio-alti: potrebbe essere confermata la riduzione graduale per gli importi superiori a quattro volte il minimo. Se non, addirittura, un taglio maggiore rispetto a quello già applicato quest’anno.
Ci sono, però, possibili brutte notizie anche per la pensione anticipata delle donne e per l’anticipo previdenziale per tutti i lavoratori. Nella migliore delle ipotesi verrà confermata la Quota 103, che già nel 2023 si è dimostrata essere un fallimento, con pochissime adesioni.
Per il 2024 il rischio è di confermare Quota 103 e Opzione donna così come sono, cioè misure di scarso impatto, come dimostrano le pochissime adesioni arrivate per entrambe nell’anno in corso. E non è addirittura da escludere un’ulteriore restrizione per la Quota 103. Insomma, sulle pensioni la riforma della Fornero è davvero lontanissima, così come sono soltanto un ricordo le promesse sul tema delle destre e soprattutto del leader della Lega, Matteo Salvini.