Alle prossime regionali nel Lazio, il Pd ha scelto di andare a braccetto con il Terzo polo puntando su D’Amato che ha subito messo alla porta il Movimento 5 Stelle. Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della Fondazione Univerde, possibile che i dem continuino a fidarsi di Calenda?
“Credo che in questo caso, ahimè, c’è affinità tra Pd e Terzo polo almeno sull’inceneritore. D’altra parte faccio presente che dopo il disastro delle scorse elezioni nazionali, il Pd ha congelato il proprio segretario e questa è ancora la gestione di Letta. Penso che i dem non puntino neanche a vincere ma solo a eleggere qualche consigliere regionale. Se non fosse così allora questa scelta sarebbe del tutto incomprensibile soprattutto alla luce del fatto che Giuseppe Conte aveva chiesto un confronto sui programmi, ma dal Pd non è arrivata alcuna risposta. Ma la cosa più incredibile è che in questo vuoto di idee, i dem si sono arroccati sull’inceneritore che in dieci anni Nicola Zingaretti non solo non ha voluto realizzare ma che ha sempre detto che non avrebbe mai neanche autorizzato”.
Intanto Conte ha deciso di ribattere al Pd candidando la giornalista Bianchi. Quali differenze vede tra il nome scelto dai 5S e quello scelto dai dem?
“Guardi la differenza è che mentre il Pd ha scelto di chiudersi su un candidato interno, Conte ha risposto con un’apertura alla società civile puntando su un nome civico ed ecologista. Non posso che apprezzare la scelta del leader pentastellato che ha lanciato una sfida puntando su una candidatura, quella di Donatella Bianchi la quale è una giornalista professionista che guida da 25 anni una delle trasmissioni più belle della Rai ossia Linea Blu, che può fare breccia sia nell’elettorato di sinistra che in quello di centrodestra. Ma vorrei aggiungere anche una cosa”.
Prego.
“La scelta del Movimento può risultare vincente anche alla luce del fatto che alle elezioni regionali esiste il voto disgiunto. Questo significa che le persone possono votare il presidente che gli piace di più a prescindere dalla lista. E sono convinto che molti punteranno su una donna per bene e che non ha elementi ostativi”.
Poco dopo l’annuncio della Bianchi, il deputato Pd Andrea Casu ha chiesto alla giornalista di lasciare la conduzione del programma Rai Linea Blu. Come giudica questa richiesta?
“Che vuole che le dica? Il Pd o ha un’amnesia o è molto agitato per questa candidatura. Questo attacco oltre a essere sgangherato è anche surreale perché proprio nel Lazio e per ben due volte i candidati vincenti del Pd sono stati giornalisti della Rai, ossia Badaloni e Marrazzo. Entrambi a fine mandato sono tornati in Rai. Peraltro farei notare che a differenza di loro due, la Bianchi conduce una trasmissione che non è attualmente in corso ma che partirà la prossima primavera”.
In queste regionali si scontrano due modelli di sviluppo diversi. Da un lato quello ecologista della Bianchi che parla di raccolta differenziata e tecnologie innovative, dall’altro quello di D’Amato e Rocca che si dicono ambientalisti ma propongono idee ben poco green come l’inceneritore…
“Oggi va fatta una distinzione tra il real green e il green washing (ecologismo di facciata, ndr). Io penso che la Bianchi appartenga al primo gruppo mentre gli altri due al secondo. Partiamo dal Centrodestra che ha rimandato o smantellato tutto ciò che era legato a tematiche ambientaliste. Ha sfasciato il Superbonus, rinviato di un altro anno la messa al bando dei bus inquinanti, spinge sulle trivellazioni petrolifere e, addirittura, vuole aprire la caccia ai cinghiali nelle città. Che il Centrodestra possa dichiararsi ecologista è chiaramente un falso indecente. Discorso simile per il Pd che in campagna elettorale insistite soprattutto sugli inceneritori, tra l’altro chiamandoli termovalorizzatori ossia una parola che in Europa neanche viene contemplata. Anzi le dirò di più, non esiste neanche una traduzione del termine termovalorizzatore. Le assicuro che l’inceneritore, perché di questo si tratta, è una tecnologia che l’Ue considera una sciagura e infatti ci sono norme che vietano di produrre energia dai rifiuti. Questo perché Bruxelles vuole spingere sull’economia circolare che è l’unica soluzione al problema”.
Questa guerra dei mondi riguarda anche i partiti ambientalisti che lei conosce bene. Sinistra Italiana ha scelto di appoggiare la Bianchi mentre Sinistra Civica Ecologista e Europa Verde punteranno su D’Amato. Visti i diversi approcci ai problemi della città non crede che alla fine della fiera si finirà per distinguere chi è realmente ‘verde’ e chi, invece, lo è solo sulla carta?
“Penso e spero che davanti alla candidatura della Bianchi sia Sinistra Civica Ecologista che Europa Verde possano ripensarci e appoggiarla. Come si può pensare di sostenere davanti ai propri attivisti che su tematiche ambientaliste sia meglio D’Amato della Bianchi? Mi sembra una scelta suicida da parte loro anche perché comunque gran parte degli attivisti finirebbero per scegliere da soli chi votare. In tutto questo faccio notare anche il fatto che candidare un ex presidente del Wwf non può che cambiare lo scenario e per questo sarei molto sorpreso se non iniziasse quantomeno una riflessione da parte di questi partiti. Riflessioni che farebbe bene a fare anche il Pd se avesse ancora un briciolo di vitalità”.
Puntando sulla Bianchi, Conte lancia il guanto di sfida agli altri partiti rilanciando in grande stile il progetto con cui mira a creare una forza ecologista e ambientalista. Secondo lei è sulla strada giusta?
“Assolutamente si. Puntare sulla Bianchi significa aver fatto una scelta ancora più ecologista di quella che ci si poteva aspettare. Mi sembra evidente che Conte sta operando un posizionamento chiaro del Movimento 5 Stelle che può fare solo bene all’Italia e all’Europa. Parliamo di un partito che secondo i sondaggi al momento è al 18% e che potrebbe imporsi come il primo vero partito ecologista di massa. Si tratterebbe di una rivoluzione epocale e necessaria perché viviamo in un mondo in cui la sfida della transizione Ecodigital e la lotta al cambiamento climatico sono già una realtà e le tematiche ecologiste non possono più essere ignorate e nemmeno sottovalutate”.