La lista “Polo Progressista ed Ecologista”, a sostegno della candidata del Movimento Cinque Stelle Donatella Bianchi alla presidenza della Regione Lazio, è accreditata nei sondaggi al 3,6%. Alfonso Pecoraro Scanio, ex ministro dell’Ambiente e presidente della Fondazione Univerde, è uno dei promotori assieme ad altri volti noti come Stefano Fassina, Paolo Cento, Loredana De Petris e all’universo di Sinistra italiana. Capolista è una donna di primo piano della Cgil, Tina Balì, segretaria nazionale della Flai.
Pecoraro Scanio che ne pensa?
“Per una lista nata solo due settimane fa è un dato incoraggiante assieme al dato molto buono di Donatella Bianchi che ha cominciato la campagna elettorale da pochissimo ed è cresciuta molto nel consenso. È un segnale infine dell’allargamento dell’area di Giuseppe Conte. Questa lista usa un nome simile a quello usato dall’ex premier uscendo da Palazzo Chigi nel momento in cui ha lanciato la sfida come leader di un’area progressista ed ecologista che fosse alternativa alle destre. Da cui, poi, il Pd di Enrico Letta si è sfilato. Ho sostenuto questa lista con i candidati della rete ecodigital, alcuni dei quali giovanissimi e mi riferisco a Leonardo Ruzzante, uno startupper 19enne, e a una giovane attivista ecologista di 20 anni Giulia D’Amore. Sono i più giovani in assoluto di tutte le liste di tutti i partiti. E sono convinto che ci sarà un grande voto giovanile, libero che andrà verso Bianchi e le liste che la sostengono”.
L’area progressista si presenta divisa nel Lazio. Le responsabilità sono del Pd?
“Mi pare lampante. Se in Lombardia il Pd ha deciso di andare sull’economia circolare e non sugli inceneritori, preferendo l’accordo con i 5S senza inseguire Calenda che è tuttora la stampella della destra, il Pd laziale ha scelto viceversa di collocarsi in un’area centrista, rifiutando una candidatura indipendente e civica come quella di Bianchi”.
Perché il Pd non riesce più a rappresentare i temi che dovrebbero essere il cuore di un partito di sinistra, ovvero ecologia, lavoro e pace?
“Il Pd ha perso la capacità di leadership sia interna sia esterna e la scelta di Letta ha segnato la definitiva rinuncia del partito a essere capace di aggregare. Il Pd ha scelto di non appoggiare le mozioni in Parlamento per le trattative di pace, di non difendere il Reddito di cittadinanza e di seguire una politica centrista e non ecologista e progressista. Mentre Conte ha riposizionato il M5S più marcatamente come un Movimento eco-progressista. Tanto che è andato a Bruxelles a discutere con il board del gruppo dei Verdi. E su questo punto ricordo che è dal 2009 che io auspicavo una collaborazione tra 5Stelle e Verdi in Europa. Ma la questione centrale rimane che Conte oggi è capace di aggregare forze progressiste e ambientaliste e il Pd no, almeno quello laziale. Per quello nazionale vediamo cosa uscirà dal dopo-Letta”.
Dunque le direttrici della vostra lista e del M5S sono quelle un tempo appannaggio della sinistra?
“Io da sempre mi muovo all’insegna dell’ecologia, della pace, del lavoro e della solidarietà. Tanto che nel simbolo dei Verdi quando ne ero il presidente volli la bandiera della pace che oggi si ritrova nella lista progressista ed ecologista. Oltre ai due giovani candidati ecodigital vorrei ricordare che capolista è Tina Balì, segretaria nazionale della Flai-Cgil. Che è una persona di grande qualità e ha compiuto una scelta coraggiosa candidandosi a sostegno di Bianchi e Conte, considerato che tradizionalmente la Cgil è stata sempre vicina al Pd”.
Dunque Polo Progressista non è una semplice lista ma un progetto politico?
“Per la prima volta c’è una lista politica, civica ed ecologista che punta a sostenere il progetto di Conte, ovvero riportare il leader M5S a Palazzo Chigi sostenuto da un’area progressista ed ecologista. Vogliamo aiutare a costruire quell’area che consenta all’Italia di realizzare quella transizione ecodigital e solidale che serve al Paese”.