Pd, M5S e Avs in pressing su Meloni: “Santanchè si dimetta subito”

Il leader pentastellato Giuseppe Conte è pronto a una nuova mozione di sfiducia per l’esponente di Fratelli d’Italia Santanchè.

Pd, M5S e Avs in pressing su Meloni: “Santanchè si dimetta subito”

Nella conferenza stampa di inizio anno era apparsa cauta sul destino di Daniela Santanchè. “Vediamo. Non sono la persona che giudica queste cose prima che accadono, vediamo cosa deciderà la magistratura e poi ne parlerò ovviamente con il ministro”, aveva detto la premier Giorgia Meloni rispondendo alla domanda se la ministra del Turismo avrebbe dovuto dimettersi se rinviata a giudizio.

Ora che la decisione per il rinvio a giudizio di Santanchè in uno dei vari procedimenti che coinvolgono la ministra, quello sul falso in bilancio per il caso Visibilia, è arrivata, attendiamo trepidanti come si muoverà Meloni, allergica di suo a rimpasti.

FdI mantiene un basso profilo. Solidarietà a Santanchè da Lega e Forza Italia

Fino a ieri Fratelli d’Italia ha mantenuto un basso profilo. L’unico a parlare è stato Carlo Fidanza. “È una valutazione che spetta totalmente al presidente del Consiglio, attendiamo serenamente che si valuti una questione che ha dei profili che ci lasciano comunque piuttosto perplessi. Rispettiamo il pronunciamento della magistratura, si faranno delle valutazioni del caso all’interno del governo”, ha detto l’europarlamentare di FdI.

Si sono esposti sicuramente di più gli alleati. “Si è colpevoli dopo tre gradi di giudizio, non prima: ribadiamo la fiducia al ministro Santanchè”. Così recita una nota della Lega.

“Siamo garantisti sempre, non da oggi: si è innocenti fino alla condanna definitiva. Vale per un privato cittadino come per un ministro. Ribadiamo la fiducia di Forza Italia a Santanchè”. Così un’altra nota di Forza Italia.

Le opposizioni chiedono a gran voce le dimissioni di Santanchè

Indignate invece le opposizioni. “Presenteremo una nuova mozione per le dimissioni immediate” della ministra, ha detto il presidente del M5S, Giuseppe Conte. “Credo – ha spiegato l’ex premier – che in nessun altro Paese si terrebbe un ministro di fronte a questi fatti e a tutti quelli che stanno emergendo. Noi abbiamo già presentato una mozione e insisteremo. Chiediamo dimissioni immediate per il rispetto dell’onore, del decoro, delle istituzioni di governo. Ci meravigliamo che Meloni, che in passato ha sempre chiesto dimissioni di qualsiasi ministro per ogni stormir di foglia, di fronte a fatti così gravi stia ancora tentennando per tutelare e far prevalere l’interesse di partito. C’erano già delle evidenze chiare per quanto riguarda la truffa Covid, oggi si aggiungono altri fatti. La magistratura farà il corso con le inchieste penali, la politica alzi la testa e abbia rispetto per le istituzioni”.

“Santanchè è stata rinviata a giudizio. Appena una settimana fa Giorgia Meloni diceva di voler aspettare la decisione della magistratura: ora è arrivata. Non può più continuare a far finta di niente. Lei, che quando era all’opposizione chiedeva le dimissioni per molto meno, ora che fa? Cambia idea anche su questo? Una Presidente del Consiglio non può usare due pesi e due misure, soprattutto verso gli amici che lei ha voluto al governo e per cui adesso è politicamente responsabile. Meloni deve pretendere le sue dimissioni”, dichiara la segretaria del Pd Elly Schlein.

Continuano gli attacchi a Report anche dentro la Rai

“E’ da oltre un anno, dopo l’inchiesta di Report e anche di altri media, e da quando arrivò a mentire perfino nell’Aula del Senato – dice il leader di SI, Nicola Fratoianni – che ne chiediamo le dimissioni immediate dal governo Meloni. Su questo abbiamo raccolto oltre 50mila firme di cittadini”.

E, a proposito di Report, la M5S Dolores Bevilacqua chiede di mettere fine agli attacchi della maggioranza e del governo “al giornalismo indipendente come Report che, come dimostra il rinvio a giudizio nei confronti di Santanchè, svolge il suo ruolo con la schiena dritta avendo come unico obiettivo informare i cittadini”.

E gli attacchi a Report arrivano anche da dentro la Rai con un conduttore che si sarebbe proposto a interlocutori politici della maggioranza per sostituire Sigfrido Ranucci alla guida del programma d’inchiesta di Rai 3.