È un ossessione, un innamoramento viscerale e irrazionale quello che gli esponenti del Pd e di Italia Viva nutrono nei confronti del Mes. Il meccanismo europeo di stabilità anelato e bramato come l’innamorato non corrisposto che rivolge tutte le sue attenzioni all’oggetto del suo desiderio nonostante in fondo sappia che non lo avrà mai. Perché di questo si tratta: il nostro Paese non ha nessuno intenzione di accedere ai fondi messi a disposizione da questo strumento finanziario.
Il premier Giuseppe Conte ha tenuto a sottolineare che, qualora non fosse chiaro agli alleati di governo, il Mes “non ha nulla a che vedere con le priorità da affrontare nel patto di legislatura”, e lo ha ribadito anche martedì sera a Palazzo Chigi di fronte al presidente spagnolo Pedro Sanchez: “Il Mes non ha nulla a che vedere con le priorità politiche perché le politiche sulla sanità le abbiamo già definite, abbiamo fatto un Dpb, un Documento programmatico di bilancio, e stiamo lavorando alla legge di Bilancio. Non è vincolata al Mes la nostra politica sanitaria, vorrei rincuorare i cittadini, non è che se prendiamo o non prendiamo il Mes siamo più o meno attrezzati per la reazione sanitaria in questa emergenza”.
Del resto è stato ieri anche lo stesso titolare dell’Economia Roberto Gualtieri (che pur è favorevole al fondo salva Stati) a chiarire che “il beneficio per l’Italia dell’utilizzo del Mes non sono 37 miliardi aggiuntivi ma sono i risparmi di interessi, 300 milioni all’anno”. I numeri sono numeri. E anche il ministro Luigi Di Maio si chiede se valga la pena “correre ulteriori rischi per soli 300 milioni”. E spiega: “Finora in ogni tv e talk show avete sentito dire che il no del MoVimento 5 Stelle al Mes è puramente ideologico In fondo perché rinunciare a 37 miliardi di euro per la sanità senza condizioni? Detta così in effetti sarebbe incomprensibile. Oggi (ieri per chi legge, ndr) però il ministro dell’Economia (che tutti sanno non essere in quota 5 Stelle) ha spiegato un fatto tecnico sul Mes molto importante. I risparmi, ha detto Gualtieri, non sono i 37 miliardi aggiuntivi ma sono i risparmi di interessi (come anche noi spieghiamo da tempo) ed equivalgono a 300 milioni di euro.
Da 37 miliardi a 300 milioni di euro c’è una bella differenza – scrive Di Maio nel suo post su Facebook -. È giusto e corretto dire ai cittadini le cose come stanno, è giusto e corretto dire che nessun Paese Ue finora ha fatto ricorso al Mes e che facendolo l’Italia lancerebbe un segnale negativo e di difficoltà ai mercati finanziari”. Il ministro afferma poi che la maggioranza che sostiene il governo “è solida e forte”, fatto sta però che il nodo Mes continua a dividere anche in Europa, dove ieri, nel corso del voto al Parlamento Ue su una risoluzione sulle politiche economiche della zona euro per il 2020, che all’articolo 7 prevede anche il ricorso al Salva Stati come strumento anti-crisi da covid, ancora una volta Pd e M5s hanno votato in maniera differente.
Gli eletti del Movimento si sono espressi a favore di un emendamento presentato dalla Lega per respingere l’utilizzo del Meccanismo Europeo di stabilità, anche per la nuova linea di credito con condizionalità “light”istituita per le spese sanitarie da affrontare per il contenimento dell pandemia. Hanno votato anche contro la risoluzione in quanto tale, al contrario dei dem che hanno votato a favore della risoluzione e contro l’emendamento della Lega. Ma anche al Parlamento italiano non c’è intergruppo parlamentare “Mes subito” che tenga, se ne facciano una ragione i dem, i renziani e Forza Italia: i numeri in Aula non li hanno, il Fondo salva Stati non verrà attivato, rivolgano il loro “amour fou” altrove.