L’Eurogruppo di lunedì non sarà certo un appuntamento di routine. E non solo perché segnerà il debutto di due matricole di peso come Christian Lindner, ministro delle finanze del nuovo governo tedesco, considerato un super-falco, e Sigrid Kaag per l’Olanda. L’incontro segnerà l’inizio del percorso che, per fine anno porterà alla definizione della nuova governance economica della zona Euro. Due i punti cruciali: la revisione del Patto di Stabilità attualmente sospeso (leggi l’articolo) e l’approvazione del Mes.
IL NEGOZIATO. Ogni tipo di valutazione sarà ovviamente condizionato dallo sviluppo dei contagi. Per questo motivo è ragionevole pensare che il negoziato entrerà nel vivo solamente a partire da marzo. Da quel momento, però bisognerà correre perché la volontà del presidente dell’Eurogruppo Pascal Donohoe è di arrivare ad un accordo entro l’estate. Lunedì si comincerà a parlare di Mes che per l’Italia è un tema fortemente divisivo considerata l’ostilità di Lega e Cinque Stelle.
Al netto di qualche ritardo nelle notifiche solo due Paesi, in questo momento non hanno nemmeno iniziato l’iter parlamentare per l’approvazione del Trattato. Sono la Germania, che aspetta il pronunciamento della Corte Costituzionale, e l’Italia, che deve trovare il difficile accordo politico all’interno della maggioranza. Il dibattito aveva mostrato forti divisioni che solo l’esplosione della pandemia aveva ricomposto.
Il bazooka monetario della Bce prima e poi le misure straordinarie adottate a Bruxelles (sospensione del Patto di Stabilità e Pnrr) avevano tolto attualità al Mes. Ora però che la situazione si sta normalizzando il tema torna d’attualità. L’organismo anticrisi dell’area euro assumerà con la riforma il ruolo di backstop (salvagente) finanziario di ultima istanza per la risoluzione delle banche. Solo con questo vincolo sarà possibile definire il percorso dell’Unione Bancaria attraverso un meccanismo condiviso di assicurazione dei depositi.
Ad accendere ancora di più il dibattito contribuisce la proposta congiunta avanzata da Italia e Francia. In un intervento pubblico il presidente Macron e il premier Draghi hanno proposto la creazione di un Fondo europeo nel quale far confluire il debito aggiuntivo che gli Stati dell’Eurozona hanno contratto per fronteggiare il Covid.
LE INCOGNITE. In sostanza si tratterebbe di trasferire una parte consistente dei titoli di Stato acquistati dalla Bce in questi mesi. Di fatto un congelamento visto che il Fondo si impegnerebbe a rinnovare i titoli in scadenza senza farli più tornare sul mercato. Una iniziativa del genere era già stata ipotizzata dal governatore Visco. Ne aveva parlato anche David Sassoli in una delle ultime uscite pubbliche prima del silenzio imposto dalla malattia. Il nuovo Fondo dovrebbe essere gestito dal Mes e potrebbe addirittura prefigurare la nascita di un ministero delle Finanze europeo.
Un progetto molto ambizioso che tuttavia deve passare dall’approvazione del Mes che a questo punto diventerebbe uno snodo cruciale. L’unico possibile per superare le resistenze della Germania e degli altri “frugali”. Solo all’interno di una strada con rigidi paletti potrebbero dare il via libera all’istituzione del Fondo che, di fatto, sarebbe un altro salvagente per i Paesi molto indebitati come l’Italia e ora anche la Francia (per non parlare ovviamente di Spagna e Grecia).