La presidente della Bce Christine Lagarde plaude alla proposta targata Merkel e Macron di un Recovery Fund da 500 miliardi, un nuovo fondo europeo per contrastare la crisi post pandemia finanziato attraverso l’emissione di obbligazioni garantite dal bilancio Ue aggiuntivo rispetto al Piano Finanziario pluriennale 2021-27, che non dovranno essere rimborsati dai destinatari del prestito, bensì “dagli Stati membri”. Un passo in avanti, dunque, sulla strada della “condivisione” che la numero uno dell’Eurotower sembra apprezzare: “Le proposte franco tedesche sono ambiziose, mirate e benvenute. Aprono la strada a un’emissione di debito a lungo termine effettuata dalla Commissione Ue e soprattutto permettono di attribuire aiuti diretti importanti a favore degli Stati più colpiti dalla crisi”.
Ma non solo, ribadisce anche che, data l’eccezionalità e gravità dello choc economico causato dalla pandemia – gli scenari prospettati vanno da una recessione del 5% a una del 12% nell’area euro per quest’anno – la Bce “deve perseguire una politica monetaria accomodante quanto necessario per stabilizzare allo stesso tempo l’inflazione e l’economia e assicurare che la politica monetaria si trasmetta a tutti i Paesi dell’area euro, in tutti i settori”. È questa, spiega, la ragion d’essere “dello strumento eccezionale che è il Pandemic Emergency Purchase Programme (Pepp)”, cioè il programma di acquisti di titoli pubblici e privati da 750 miliardi di euro messo già in campo dalla Bce. In circostanze come quelle di oggi, continua “il Consiglio europeo “deve essere all’altezza della gravità dei danni economici e della sofferenza sociale.
Già 540 miliardi di euro sono potenzialmente disponibili: le linee di credito del Mes non hanno niente a che fare con i piani di salvataggio del passato. Si tratta di offerte di prestiti che possono andare fino al 2% del Pil di ogni Paese, a tassi molto bassi e a condizioni minime”. Ma in ogni caso questo pacchetto di misure di sostegno è palesemente è insufficiente, di fronte a un simile choc sistemico, è il Pepp “il nostro lo strumento più appropriato e non si esiterà ad aggiustarne quanto necessario le dimensioni, la durata e la composizione. Il debito degli Stati Uniti supererà il 130% del Pil alla fine del 2020, mentre quello della zona euro sarà sotto al 100%”. Lagarde aggiunge infine che questa crisi è “una buona occasione di modernizzare le modalità del Patto di stabilità e di crescita, oggi sospeso”.