Si aspettava da tanto e alla fine è arrivato. Il problema, però, è che chi l’ha deciso si è dimenticato del particolare di avvisare i rivenditori. E dunque innanzitutto le farmacie. Tanto che già c’è chi parla dell’ennesimo “pasticcio” del commissario, Francesco Paolo Figliuolo. Dopo l’accordo voluto dal governo tra struttura commissariale per l’emergenza Covid e le associazioni di categoria delle farmacie per permettere la vendita delle mascherine Ffp2 a un prezzo calmierato non superiore a 0,75 centesimi è scoppiato il caos (leggi l’articolo).
“Stamani (ieri, ndr) le persone sono venute a chiedercele ed erano già informate”, racconta la dottoressa Luisa Mannetti della Farmacia Merulana intervistata da Repubblica. “Noi le vendevamo già da tempo a 0,60 centesimi – spiega invece un’altra farmacista in Toscana -. In diversi sono venuti a chiederci le Ffp2 perché a Roma Nord sembrano essere terminate”.
L’accordo che fissa il tetto di prezzo a 75 centesimi resta comunque su base volontaria. “Noi siamo favorevoli a quest’intesa ma le modalità ci lasciano un po’ perplessi. Non ne sapevamo niente fino a che non l’abbiamo appreso dalla stampa”, aggiunge un associato umbro di Federfarma.
“Mi piacerebbe che ora – prosegue ancora il farmacista – un accordo simile venisse fatto anche per i tamponi molecolari eseguiti dai laboratori privati, perché girano dei prezzi davvero allucinanti”. E siamo sempre al solito punto: il business alla faccia dei contagi. Non c’è che dire: c’è chi con la pandemia ci ha ha guadagnato.