Insiste ad affiancare la parola “forza” alla parola “pace”. “Questo è il momento della pace attraverso la forza. È il momento di una difesa comune”, ha detto la presidente della Commissione Ue, Ursula Von der Leyen, intervenendo in Plenaria al Parlamento europeo sul suo piano di riarmo.
Ma le parole di von der Leyen cozzano contro lo sforzo diplomatico in atto per far finire il conflitto in Ucraina. Sforzo che comincia a dare i primi frutti, da cui l’Europa rischia di essere esclusa.
Ucraina e Usa: passi avanti verso la pace. L’Europa rischia di rimanere fuori
Ucraina e Stati Uniti compiono infatti una decisa accelerazione verso la pace, superando la rottura consumatasi tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nel loro ultimo faccia a faccia.
Il vertice di Gedda tra le delegazioni dei due governi è andato meglio del previsto. Kiev ha accettato la proposta americana di una tregua di 30 giorni e Washington in cambio ha promesso che riprenderà subito a inviare aiuti militari e a condividere la sua intelligence.
“Adesso gli Usa capiscono le nostre argomentazioni”, ha esultato Zelensky. E Trump ha già annunciato che inviterà nuovamente Zelensky alla Casa Bianca.
Nella città saudita si sono confrontate due delegazioni di alto livello, a dimostrazione che l’obiettivo delle due parti era di fare sul serio: per gli Usa il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il segretario di Stato Marco Rubio, per Kiev il capo dell’ufficio presidenziale Andriy Yermak ed i ministri degli Esteri e della Difesa Andriy Sybiga e Rustem Umerov.
Il lungo negoziato – oltre nove ore – ha prodotto risultati molto concreti. Nella nota congiunta, le due parti hanno annunciato che “l’Ucraina ha espresso la disponibilità ad accettare la proposta degli Stati Uniti di un cessate il fuoco immediato e provvisorio di 30 giorni, che può essere esteso di comune accordo tra le parti e che è soggetto all’accettazione e all’attuazione simultanea da parte della Federazione Russa”.
Washington, inoltre, riprenderà “l’assistenza alla sicurezza per l’Ucraina e rimuoverà la pausa sulla condivisione di intelligence”.
Via libera dell’Ucraina all’accordo con gli Usa sulle terre rare
Trump ha poi incassato l’ok degli ucraini a concludere il prima possibile un accordo completo per lo sviluppo delle risorse minerarie critiche. Kiev è riuscita a fare inserire nel comunicato che “i partner europei saranno coinvolti nel processo di pace”.
E proprio i leader europei hanno “accolto con favore le notizie giunte da Gedda”. “La palla ora è in mano ai russi”, ha detto chiaramente Rubio. Concetto rilanciato dai vertici europei, a partire da von der Leyen.
Tutti gli occhi sono puntati ora sul Cremlino, per vedere se Vladimir Putin accetterà la proposta scaturita dall’incontro a Gedda.
La palla passa ora al Cremlino
La prova del fuoco potrebbe arrivare a stretto giro, in un nuovo colloquio tra lo zar e il presidente Usa che lo stesso Trump ha preannunciato possa avvenire già entro questa settimana.
Oltre alla possibile telefonata Trump-Putin, un confronto ad alto livello potrebbe avvenire giovedì quando, secondo Axios, l’inviato americano Steve Witkoff dovrebbe volare a Mosca.
Non certo con la Ue, che l’ambasciatore russo all’Onu, Vasily Nebenzia, ha accusato di essersi trasformata in “un blocco fossilizzato, aggressivo e anti-russo” che “tiene lezioni sui diritti umani” ma “li viola palesemente” e “impone dure sanzioni a tutti coloro che non sono d’accordo”.
Certo, fanno notare da parte russa, le trattative non possono essere aiutate da attacchi massicci come quello delle ultime ore, che hanno visto gli ucraini lanciare oltre 330 droni sul territorio della Federazione, di cui una novantina sulla regione di Mosca, dove si contano tre morti.
Proseguono intanto i vertici fuffa dei leader europei
Intanto i vertici militari di oltre trenta Paesi della cosiddetta ‘coalizione dei volenterosi’ si sono riuniti per la prima volta a Parigi per confrontarsi sulle garanzie di pace in Ucraina e per discutere della possibile creazione di una forza di peacekeeping alla fine della guerra.
Macron ha chiesto “un piano per definire garanzie di sicurezza credibili” per l’Ucraina, da attuare nel caso venga effettivamente approvato un cessate il fuoco. “In considerazione dell’accelerazione dei negoziati di pace” è necessario iniziare a pianificare per definire garanzie di sicurezza credibili per l’Ucraina, ha scritto l’Eliseo.
Oggi, sempre a Parigi, è prevista la riunione dei ministri della Difesa di cinque grandi Paesi europei: Francia, Germania, Italia, Polonia e Regno Unito. Per l’Italia è atteso Guido Crosetto.
E, sempre oggi, i capi delle diplomazie del G7 raggiungeranno i paesaggi innevati di Charlevoix, nel Quebec, per il primo vertice dei ministri degli Esteri sotto la presidenza canadese.