di Monica Setta
Che avesse qualcosa di più rispetto a tutte le altre, era chiaro. Non era solo questione di bellezza, gioventù o fedeltà. Francesca Pascale dicono a Napoli “tene a’ cazzimma” laddove il termine gergale nuovo nello storico vocabolario della napoletanità, indica una certa capacità di vincere sull’avversario grazie ad un filo di sottile ma persistente malignità.
Ciò che non ė stato possibile ai consiglieri come Paolino Bonaiuti e ai super colonnelli come Maurizio Gasparri – tenere a bada e possibilmente comprimere il movimentismo sfaccettato delle Amazzoni berlusconiane – ė riuscito invece alla fidanzata del Cavaliere che in un colpo solo nell’uggioso week end di Pasqua, ha delegittimato ogni successiva azione delle signore. Quando sabato scorso nella trasmissione cult di Raidue Quelli che il calcio ė andata in onda l’ennesima imitazione della Pascale ad opera dell’efficace Virginia Raffaele, le fedelissime berlusconiane come Daniela Santanchė e Michaela Biancofiore sono andate su tutte le furie. Basta con questa satira che mira a dipingere la donna del Capo come una “cafuncella” partenopea, labbra troppo truccate e gesticolare plebeo, noi non ci stiamo a far passare il Nostro come l’artefice di una scelta sentimentale sbagliata. E giù comunicati al vetriolo, avvertimenti, note a margine tese a rilanciare la dignità della donna, qualunque sia il ruolo, specialmente se si tratta della futura moglie di un leader. Peccato per Daniela e Michaela che quella parodia sia piaciuta – e tanto – all’ironica Francesca che ha colto la palla al balzo per smarcarsi dalle due simpatiche piovre (nel senso buono s’intende) facendo dichiarare all’amica Mariarosaria Rossi che lei ringrazia per l’interessamento ma non condivide. Lei detesta ogni forma di censura, è leggera e anti pedagogica, ama gli scherzi e apprezza la comicità. Ogni riferimento ė puramente voluto. Così davanti alla tolleranza di Francesca, l’intolleranza delle altre, più vecchie anagraficamente e meno fortunate sentimentalmente, assomiglia ad una manifestazione più o meno consapevole di acidità “zitellesca”. Ah, sospira la Pascale, che imitazione mirabile quella di Virginia, mi piacerebbe conoscerla e stringerle la mano. Zac Zac, due sforbiciate e le penne delle fedelissime di Silvio finiscono per terra. Loro, le adepte la smetteranno ora di parlare per conto terzi esercitandosi nell’arte più antica del mondo (la piaggeria di scopo) al fine di andare trimestralmente all’incasso: incarichi parlamentari, posti nei cda, presenze nei talk show etc. Adesso che accanto a Lui c’è lei, Francesca, 27 anni e una carriera iniziata in modo sfolgorante come fondatrice del club “Silvio ci manchi”, ogni altra graziosa femmina sia pure adorante ė superflua.
Lentamente come in ogni coppia solida le amiche di Lui spariranno dalla scena per lasciar spazio alle amiche di lei (come Maria Rosaria Rossi) o agli amici di entrambi. Perché ogni grande amore vive di futuro, “scurdammoce o’ passato”, vade retro Amazzoni e non dite che ė un avvertimento. A Napoli questa ė solo una gentile “chiamata”, una sola appunto.
Fatevi affettuosamente da parte striminzite signorine del nord o sinuose deputate del centro sud, ricomponetevi e dedicatevi ad altro. Da domani a Silvio ci pensa lei e non ha bisogno di nessuna. Nell’ascesa, lo sappiamo, meglio sole che male accompagnate.